iSlate: non aggiungete un posto a tavola

Prima che Apple e poi Microsoft completino le informazioni sul mercato digitale già iniziato, riflettiamo sul senso che nuovi PC ultrapiatti possono avere nel lavoro e nel tempo libero.

Un’indagine svolta da FierceWireless mostra che i Tablet erano l’aspettativa principale del 21% dei visitatori specializzati del recente CES. Curiosamente per le stesse persone questa tecnologia non era rilevante, tanto che non era citata se non forse nelle “altre risposte”. A parte l’eccitazione per tutto ciò che cade intorno all’albero delle Mele, sull’imminente fenomeno dei Tablet o Slate o CallMeAl è necessaria qualche osservazione. Non si può non ricordare che un dispositivo similare, con la pesante tecnologia dell’epoca, ha già fallito completamente nel 2002. Oggi molti osservatori ricordano i Tablet Microsoft dell’epoca, e pur rilevando le differenze trovano il precedente assai significativo.
Di fatto media e clienti statunitensi, visitando il CES 2010, hanno ricavato o corroborato l’impressione che stia per arrivare una nuova ondata di dispositivi di uso generale, a prezzo accettabile, senza i quali non si può mantenere lo status di geek. Oltre ai grandi HP e Lenovo, troviamo anche nomi da noi sconosciuti come Mobinnova o Plastic Logic, che hanno riscontrato un grande successo. Mi sembra opportuno concentrarsi su slate con schermo da 10”, la taglia di schermo sulla quale si prevede converga Apple.

Stanza, tavolo o tasca
Nel mondo non c’è spazio che per tre formati di dispositivi: in una stanza nascosta, sul tavolo, in tasca. Questa perentoria affermazione lascia aperto il dibattito sui set-top box, che non affronteremo in questa sede, ma che sono solo dispositivi che sostituiscono vecchie componenti già disponibili all’interno del TV, ma che in realtà non dovrebbero esistere fuori dal suo contenitore.
La stanza nascosta è quella dei server, del cloud o chiamatela come volete, comunque appannaggio dei tecnici. La tasca contiene un oggetto di ridotte dimensioni e fruibile da tutti, che non può fare a meno della funzione “voce” tra due persone. Il tavolo di casa non è fatto per il desktop o un personal né un nettop, che sono quindi dispositivi da tecnici (non dell’informatica, ma specialisti di ogni genere) che li adoperano in ogni luogo debbano svolgere funzioni lavorative.
Dello Slate non c’è nessuna necessità, se lo vediamo destinato agli attuali consumi. A cosa serve, allora? Probabilmente a consumi ancora non gestiti o almeno in nicchie nelle quali c’è mercato. E nelle quali Apple potrà verificare la funzionalità di microprocessori da lei stessa prodotti prima d’impiegarli negli altri dispositivi.

Dr House, Medical Department
Un chiaro esempio è il settore medico. L’impulso dato dalla crisi economica e da scelte ponderate del presidente Usa (ma che verrà seguito da molti) prevede una soluzione innovativa per l’acquisizione e la gestione dei dati medici, dal battito cardiaco all’imaging. Avere l’intera cartella clinica a disposizione un po’ ovunque e in modo comodo è estremamente utile: l’ammodernamento della gestione di questi dati è una nicchia nella quale si possono fare facilmente buoni volumi di vendita a prezzi non scontati all’osso, sperimentando il corretto funzionamento del dispositivo senza essere preda degli umori dei media, soprattutto quelli sociali, che possono avere un impatto molto forte anche per cause relativamente modeste.
Tablet con ampio schermo per il mercato sanitario esistono già, per esempio basati sulla piattaforma Intel adottata da alcuni fornitori con prodotti ad-hoc per quel mercato, con materiali sicuri e resistenti ai batteri. I dispositivi costano tra 2 e 3 mila dollari, quindi ben oltre la forchetta attualmente attesa per l’iTablet Apple, che i rumours vedono tra 700 e 1.000 dollari. Ovviamente anche altre nicchie potrebbero trovare utile questo dispositivo.

La guerra dei diritti
Un altro aspetto a mio avviso non trascurabile è la lotta per i brevetti. Viviamo un mondo nel quale qualsiasi innovazione ha almeno una componente la cui titolarità, direttamente o indirettamente, può essere reclamata da svariate persone. Le dimensioni del fenomeno sono tali che uno standard non può dirsi tale senza una lunga e preventiva fase di arbitraggio, come sta avvenendo per le future telecomunicazioni dell’Lte . A colpi di avvocati e cause miliardarie, questa azione può essere svolta anche a successo commerciale già avvenuto, e anzi molti contano proprio su questo effetto. E’ ragionevole pensare che anche i Tablet vivranno momenti di tensione e battaglie a carte da bollo, prima che il mercato concordi su ciò che è lecito e ciò che non lo è: se i dispositivi non saranno immediatamente consumer, questa diatriba sarà gestita con meno clamore e probabilmente su cifre diverse.
Un’ultima considerazione, così al volo. Sarà venuto in mente anche a voi, ma la propongo lo stesso: non trovate una straordinaria somiglianza di fondo tra gli e-book reader e gli slate? Un tablet, anche con un altro nome, avrebbe lo stesso senso, no?

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