Ipotesi di paddonomica

Se l’economia legata agli e-book reader veniva eponimamente chiamata kindlenomics, possiamo definire quella dell’iPad come paddonomics? Ecco la storia di un progressivo successo.

La scorsa settimana, in autobus, ho avuto una bellissima sorpresa. Una distinta signora leggeva liberamente sul suo Cybook. Non ho potuto fare a meno di chiederle nome ed impressioni: nomen omen, si chiama Gioia e da Natale, quando le hanno regalato il gizmo, lo porta con sé, caricando una decina di testi che non sostituiscono la carta ma l’affiancano.

Credo che per me questa sia stata l’unica gioia degli ebook reader nella forma in cui li conosciamo oggi. E’ evidente che l’e-ink è stato un grande successo come studio di fattibilità, ma difficilmente avrà un grande successo commerciale.

La sola uscita dell’Ipad è stata una turbativa sufficiente ad affossarla definitivamente. Amazon in particolare ha dovuto accettare che il suo Kindle, dopo tanti sforzi, non sia più la piattaforma hardware di riferimento. Non conosco la gestione ordini della componentistica relativa, ma penso che la questione sia di fatto un vantaggio per il libraio online almeno a medio termine. Il guadagno della vendita dell’hardware, infatti, dovrebbe essere risibile se non negativo, mentre una piattaforma standard permetterebbe di portare sullo stesso dispositivo più di un software di lettura e gestione, con aggiornamento semplificato.

Anche in Italia l’Ipad potrebbe aver spostato gli equilibri. A parte Bruno Editore, che in questo settore si pone sempre subito dietro agli statunitensi ma sempre avanti agli altri italiani, e la Simplicissimus di Antonio Tombolini, che sostanzialmente editore non è diventata ma che molto ha fatto e sta facendo per il settore, va segnalato l’ingresso nel settore di Mondadori, che ha dichiarato di aver investito un milione di euro e di puntare ad una quota del 10% del mercato.

Va precisato che già una decina d’anni fa Mondadori (e qualcun altro) investirono cifre corpose in un e-book server che gestisse vendite e Drm del formato Microsoft Lit, come ricorda qualche cronista dell’epoca (ehm): quel portale di Mondadori via via si trasformò fino a chiudere definitivamente all’inizio di quest’anno. E attenzione, perché di nuovi formati ne vedremo sempre anche per i libri elettronici: siamo appena arrivati all’ePub che già è sugli scudi il Neverend.

Hardware post-kindle
Insomma l’avvento dell’iPad metterebbe in nuova formulazione quella kindlenomics lanciata oltre due anni fa da Jason Perlow, in un articolo dalle suggestioni fortissime e recentemente aggiornato.
Uso il condizionale perché se la kindlenomics ha già mostrato la sua fattibilità, la paddonomics ancora non ne ha avuto il tempo. C’è da scommettere che ci sarà a breve un approccio competitivo anche da parte dell’andronomics, l’economia dei pad nella salsa di Google Android.
Dal mio canto mi sento di chiudere con una nota di speranza. Sono fermamente convinto che il libro di carta non morirà. In genere i nuovi media non si elidono bensì si giustappongono, talvolta con delle eccezioni (Rip videocassetta) delle quali il prodigio ingegnerizzato da Henne Gänsfleisch detto Gutenberg non farà parte.

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