Iot e monitoraggio infrastrutture, la parola al Politecnico di Torino

Il Miur ha finanziato con circa 10 milioni di euro un ampio programma biennale, sviluppato dal Politecnico di Torino in partenariato con Stm. Si tratta di un’ampia sperimentazione su ponti, gallerie, dighe ed edifici di varia tipologia, prevista nei prossimi mesi.
Il programma è stato presentato nei giorni scorsi nella sede del Senato della Repubblica, alla presenza di Graziano del Rio (Ministro delle Infrastrutture) e di Gianni Armani (Presidente Anas).

Sicurezza, funzionalità, durabilità, robustezza sono le caratteristiche che le costruzioni e le infrastrutture in genere devono garantire nel tempo e che condizioni ambientali e invecchiamento dei materiali minano. Finora il monitoraggio, per via del costo elevato e della deperibilità degli strumenti di misura, è stato limitato a casi importanti e sporadici.
Sono ora disponibili nuovi sensori di basso costo e non deperibili, grazie ai quali il panorama cambia radicalmente. Di costo molto basso ed elevata affidabilità nel tempo, i device di Stm permetteranno monitoraggi su larga scala per rilevare vibrazioni, deformazioni e tensioni delle strutture. L’iniziativa è sostenuta da molti partner, primo fra tutti Anas sul Viadotto Italia.

I microsensori non sono allo studio, bensì già in fase di industrializzazione. Progettati da Stm per acquisire dati e informazioni secondo i modelli matematici sviluppati dal Politecnico di Torino, permetteranno di valutare più parametri in contemporanea e in tempo reale. Di piccole dimensioni e facili da installare, potranno essere integrati nelle strutture di nuova realizzazione o applicati facilmente in quelle già esistenti.
Alimentati con fonte energetica esterna o autonoma (pannelli solari) opereranno in modalità wireless, con acquisizione diretta dell’informazione o tramite droni, nei casi di difficile accessibilità alle strutture. Il controllo continuo e multiparametrico delle strutture consentirà di programmare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria tempestivi e puntuali.
Si potrà dunque passare dall’attuale approccio reactive in cui l’intervento avviene solo dopo che si verifica il danno, a un metodo proactive, che consentirà interventi preventivi e conservativi con notevoli risvolti sulla sicurezza ed economia e dunque sulla sostenibilità del processo di mantenimento in esercizio del patrimonio infrastrutturale esistente. E in Italia sono moltissime le situazioni che, se controllate, potrebbero risparmiare molto denaro, ma soprattutto molte vite umane.

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