«Investiamo sui cervelli»

Campus estivi per gli studenti universitari di tutto il mondo e forti sinergie con le istituzioni accademiche. Questa la ricetta dell’innovazione di Vmware

L’innovazione è il centro di gravità di Vmware, azienda che ha creato dal nulla quello che è, oggi, uno dei mercati a più alto tasso di crescita nell’Ict. L’attenzione alla ricerca e sviluppo è costante e si esprime su più fronti in questa realtà, specialista della virtualizzazione delle risorse informatiche, dal desktop al data center, che dal 2004 è parte integrante del colosso dello storage Emc, che la controlla al 90%.

La fondatrice e Ceo, Diane Greene, ha illustrato a Lineaedp l’approccio all’innovazione della società, che ha ingaggiato un rapporto privilegiato con il mondo universitario e che, soprattutto, cerca in tutti i modi di favorire lo sviluppo di nuove idee, anche attraverso la distribuzione del codice sorgente dei suoi software.

«L’innovazione è un fenomeno globale – esordisce Greene -, che non può essere confinato, per cui anche l’Europa gioca un ruolo fondamentale. E, infatti, abbiamo acquisito di recente due realtà, la svizzera Dunes Technologies e l’inglese Propero. Abbiamo, inoltre, creato centri di ricerca e sviluppo in Danimarca, Svizzera e in altre nazioni europee, a riprova del fatto che le novità in ambito Ict non vengono, per forza di cose, dagli Stati Uniti o da Cina e India».

Una visione a 360° è quella che dell’innovazione ha la società californiana, che investe pesantemente in ricerca e sviluppo e che, soprattutto, è stata capace di creare attorno al concetto dell’astrazione delle risorse It un’ampia comunità.

«Le novità di prodotto – puntualizza – sono guidate dai clienti, da un lato, e dai nostri ingegneri dall’altro. Il legame con le università è, inoltre, strettissimo. A loro, infatti, distribuiamo il nostro codice sorgente, in modo che studenti e professori possano lavorarci sopra. Inoltre, durante il periodo estivo, facciamo incontri e organizziamo iniziative, che coinvolgono studenti universitari di tutto il mondo, tese a favorire le nuove idee. Con diverse realtà accademiche, americane e non, abbiamo in corso progetti congiunti per migliorare l’integrazione e l’usabilità delle nostre soluzioni e molti dei nostri manager arrivano dalla Stanford University, sia dall’area ingegneristica che da quella aziendale/marketing».

E i risultati di mercato sembrano confermare che si tratta di un approccio vincente. Quello dell’astrazione delle risorse, infatti, è uno dei segmenti dell’It a maggior tasso di crescita.

«Penso che la virtualizzazione non possa essere assimilata alla rivoluzione Internet, tuttavia offre buone opportunità per riuscire a garantire un’automazione reale e a tutto tondo del data center. L’opportunità di avere il proprio ambiente desktop accessibile ovunque, in ogni momento, indipendentemente dal dispositivo di connessione utilizzato, è veramente in miglioramento dirompente della vita quotidiana di qualsiasi operatore in azienda. Tutto questo è reso possibile dalla virtualizzazione, un’innovazione di carattere assolutamente sostanziale e dirompente rispetto al passato».

Due gli ingredienti principali della ricetta del successo di questa realtà: persone e partner. «Il segreto di Vmware è presto detto. Le persone che lavorano nella nostra azienda hanno saputo cogliere appieno lo spirito di squadra necessario per collaborare al meglio. In seconda battuta, il fatto che Vmware è una realtà che centra le proprie strategie sulle partnership. Durante i 9 anni trascorsi dalla sua fondazione, siamo stati in grado di stringere progressivamente i rapporti con gli alleati e abbiamo lavorato di concerto con loro, per cercare una condizione nella quale i benefici delle relazioni intraprese potessero essere proficui per tutte le realtà coinvolte».

Oggi, infatti, la società conta 500 tra partner tecnologici e consulenti, e circa 10.000 partner commerciali. E sull’importanza di guidare l’innovazione, anziché seguirla, la manager non ha dubbi. «Penso che arrivare su un mercato con un prodotto differenziante, in grado di far risparmiare il cliente, risolvergli i problemi e farlo lavorare meglio, sia un bellissimo modo di fare business. Le aziende meno innovative e i follower non hanno, a mio modo di vedere, le stesse soddisfazioni. Grazie all’enorme contributo, in termini di risparmi sui costi di manutenzione e acquisizione delle risorse informatiche, che le nostre soluzioni sono in grado di apportare, finora siamo stati in grado di crescere tanto in un mercato in forte espansione».

Quanto agli obiettivi che la manager si pone per il futuro, «dall’avvio di Vmware, sono sempre stata convinta del fatto che la virtualizzazione sarebbe diventata una tecnologia pervasiva e diffusa ad ogni livello dell’It dell’azienda. Insieme a questo, ho sempre creduto che tutto l’hardware sarebbe, prima o poi, divenuto un abilitatore della virtualizzazione, cosa che per ora, purtroppo, non si è verificata del tutto. I miei sforzi per l’azienda, nel prossimo futuro, saranno quindi indirizzati verso questa direzione, con la spinta a fare meglio ogni giorno».

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