Inversione di tendenza nelle vendite di telefoni cellulari rallentano

In attesa che il Gprs decolli, si ferma il rinnovo del parco in uso. Con effetti negativi sulla produzione e su tutta la filiera a monte e a valle dei costruttori

Secondo analisi presentate da Gartner Dataquest e Morgan Stanley Dean Witter, per la prima volta nella sua ormai ventennale storia, il mercato mondiale dei telefoni cellulari potrebbe conoscere un rallentamento, anche a causa della scarsa propensione all’acquisto da parte di utenti ormai in attesa di modelli e tecnologie nuove.
Più in dettaglio, Morgan Stanley sostiene che le vendite in termini di unità dovrebbero calare dell’8,6% rispetto al 2000, attestandosi a 370 milioni, mentre Gartner parla di stagnazione, dopo la crescita del 37% messa a segno lo scorso anno.
Entrambe le società di analisi sono comunque concordi nel sostenere che le previsioni erano decisamente più rosee sei mesi fa, anche se dopo anni con crescite medie tra il 45 e il 65% un momento di rallentamento era da aspettarsi.
Il vero problema, però, è ammettere che il rallentamento non era stato previsto, men che meno dai produttori i quali, uno dopo l’altro, hanno dovuto rivedere ampiamente al ribasso le loro previsioni.
Ma non è tutto. Data la situazione, molte delle vendite effettive, riguardano apparati in giacenza, tanto che la produzione finirà per calare del 16%, con l’impatto che è facilmente immaginabile su tutta la filiera produttiva.
Quali i motivi del rallentamento? Da un lato la modifica di alcune politiche commerciali, che tendevano a legare il telefono alla sottoscrizione di un contratto o di un servizio, e che dunque spingono a un minore rinnovo del parco in uso. Dall’altro, e in questo caso con un peso ancor più rilevante, una sorta di attendismo con il quale gli utenti aspettano l’adozione di nuovi standard, Gprs in testa: l’acquisto di un nuovo apparato – Gprs ovviamente – è dunque rimandato in attesa dell’effettiva disponibilità di servizi.

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