Internet, imprese Ue devono prepararsi a era del digitale

a cura di Euroreporter.eu

L’Europa deve preparasi all’era “dei figli del digitale” che con l’esplosione nell’utilizzo di internet influenzeranno e domineranno le tendenze del mercato. Saranno infatti i ragazzi tra i 16 e 24 anni, tutto internet e tecnologia, i consumatori di domani. Una rivoluzione che le aziende devono assecondare e che segnerà il tramonto dei tradizionali modelli commerciali già messi a dura prova dalla crisi economica.

E’ con questo invito a guardare la futuro che la Commissione europea ha pubblicato l’ultimo rapporto sulla competitività digitale che marca importanti progressi per l’Ue.

Tuttavia, sottolinea il rapporto, resta ancora molto da fare le piccole e medie imprese inghiottite dai dati dell’industria.

Con un tasso di utilizzo dei servizi mobili del 119% l’Europa è leader incontrastato mondiale per questi servizi. Un exploit che il Vecchio continente segna anche per i collegamenti internet ad alta velocità che raggiungeono oggi l’80% dei cittadini europei.

E’ il 56% degli europei ad usare regolarmente contro un terzo della popolazione nel non così lontano 2004. “L’economia digitale dell’Ue”, ha riferito Viviane Reding, commissaria dell’UE responsabile della società dell’informazione e dei media, “offre un ampio potenziale per generare forti entrate in tutti i settori, ma per trasformare questa situazione favorevole in crescita sostenibile e nuovi posti di lavoro i governi devono prendere l’iniziativa e adottare politiche coordinate per eliminare le barriere che ostacolano i nuovi servizi”.

La responsabile europea ha insistito sull’importanza di “cogliere l’opportunità di una nuova generazione di europei che ben presto deciderà le sorti del mercato europeo” i figli dell’era del digitale.

Il mercato più online è quello di Francia, Spagna e Finlandia dove il 92% delle imprese dispone di un accesso a banda larga fisso. Bisogna scorrere la fino al quattordicesimo posto per trovare l’Italia, che con l’81% della copertura risulta perfettamente in linea con la media europea, ma dietro a Belgio, Svezia, Estonia, Regno Unito, Lussemburgo, Olanda, Slovenia, Germania e Irlanda. Ampio ricorso ad internet per sbrigare le pratiche di pagamento (quinti in Europa) e per condividere informazioni con clienti e fornitori (ottavi tra i ventisette).

Ancora nella top ten europea per numero di imprese che ricorrono alle applicazioni digitali per processi interni che spingono l’Italia in ottava posizione in Europa con il 49%, ma ben lontana dalla capolista, l’Olanda, dove sono il 72% delle imprese a ricorrere alla strumentazione online per il disbrigo delle pratiche interne. Dati che però non tranquillizzano le Piccole e medie imprese. Secondo il rapporto pubblicato dalla Commissione europea, mentre l’efficienza nell’utilizzo dell’Ict sta diventando il pane quotidiano delle grandi imprese Made EU, “le Pmi sono sempre indietro” rispetto alle loro colleghe più grandi e note.

Se infatti è il 70% delle grandi imprese a ricorrono al collegamento automatico dei processi interni, solo il 40% delle Pmi ha sviluppato questo strumento. Anche nell’invio delle fatture e degli ordini via web sono solo il 9% delle piccole imprese a farlo contro il 27% delle grandi. Differenze, poi, anche per settori: a cavalcare l’onda del digitale è il settore alberghiero e turistico con il 75% delle prenotazioni e degli ordini gestiti via web, una percentuale che è meno della metà per il commercio (33%) e quasi un quarto per il manifatturiero (19%).

“Se l’Europa vuole riprendersi in modo sostenibile dalla crisi economica” si legge in una nota dell’esecutivo europeo, “è essenziale sviluppare il potenziale offerto dall’economia digitale”. Bruxelles ha quindi avviato una consultazione pubblica che fino al 9 ottobre 2009 raccoglierà le proposte per una nuova strategia europea per le Ict per puntare anche ad un mercato unico online.

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