Internet Explorer 10 non traccia gli utenti. E le aziende insorgono

La decisione di inserire nel browser la funzionalità “Do Not Track” ha spinto aziende del calibro di Intel, Visa, American Express, General Motors, Ford, Coca-Cola e McDonald’s a chiedere chiarimenti a Microsoft

Si è sollevato un vero e proprio polverone attorno alla
decisione di Microsoft di abbracciare in Internet Explorer 10 la
cosiddetta funzionalità Do Not Track che, lo ricordiamo, consente agli
utenti di esprimere il diniego alla raccolta di dati durante la navigazione in
Rete. Spuntando un’apposita opzione disponibile nel pannello di controllo dei
browser compatibili, l’utente aggiunge un campo ad ogni richiesta HTTP
trasmessa verso qualunque server web. Tale intestazione addizionale consente di
richiedere ai sistemi remoti che non venga ad esempio fatto uso di cookie
capaci, ad esempio, di stabilire quali tipologie di siti Internet vengono
tipicamente consultati dall’utente.

Firefox, Opera e Safari già supportano il meccanismo “Do
Not Track
” mentre Google Chrome lo implementerà entro la fine
dell’anno (le versioni d’anteprima già integrano uno strumento per
l’attivazione della funzionalità).

Dal canto suo, i responsabili di Microsoft hanno dichiarato che Internet
Explorer 10
permetterà l’impiego dell’headerDo Not Track“,
sia nella versione fornita insieme con Windows 8, sia nella release (ancora non
disponibile) che sarà installabile dagli utenti di Windows 7.

In una lettera indirizzata a tre dirigenti Microsoft – tra cui
il CEO Steve Ballmer e il legale Brad Smith – alcune aziende di gran fama quali
Intel, Visa, American Express, General Motors, Ford, Coca-Cola e McDonald’s
hanno chiesto un incontro per discutere del comportamento che potrà tenere
Internet Explorer 10. L’associazione nazionale degli inserzionisti statunitensi
(ANA, Association of National Advertisers) ha infatti presentato le
proprie rimostranze a Microsoft ritendendo la decisione di Redmond estremamente
penalizzante per chi fa business online: “ANA è davvero amareggiata per
la scelta di Microsoft
(l’adozione di “Do Not Track“,
n.d.r.) che sicuramente contribuirà a minacciare e ridurre la disponibilità
di contenuti e servizi gratuiti in Rete
“. Secondo l’ANA, optando per
l’attivazione predefinita della funzionalità “Do Not Track” in
Internet Explorer 10, Microsoft bloccherebbe improvvisamente la registrazione
di quei dati che sono connessi alla visualizzazione dei siti web da parte dei
sistemi client. La politica di Microsoft, secondo l’ANA, sarebbe insomma “contraria
agli interessi dell’utenza
“.

Diametralmente opposto il parere di alcune associazioni che
tutelano la privacy degli utenti.

C’è però anche il parere del
“bastian contrario” che si chiede quanto possa essere efficace una
funzionalità che agisce lato client ed il cui rispetto è, nella pratica,
assolutamente volontario. In altre parole, anche se si fosse attivata “Do
Not Track
” non tutti i siti web possono adeguarsi alle scelte
dell’utente. Non sarebbe forse meglio spiegare con parole semplici il
funzionamento dei cookie liberando il campo dai tanti (troppi) falsi miti che
continuano a circolare da anni? La consapevolezza di ciò che è bene, di ciò che
è utile e di ciò che invece dev’essere rimosso. È questo quello che ci vuole,
ovviamente secondo l’opinione di chi scrive.

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