Intel rimpicciolisce i transistor per spingere i chip a 20 GHz

Base della prossima tecnologia a 0,045 micron, i nuovi componenti sono il 30% più piccoli e il 25% più rapidi di quelli sino ad oggi disponibili. Entreranno in produzione per il 2007

Non poteva essere altrimenti. Ibm rende nota la scoperta della tecnologia
strained silicon e subito le fa eco Intel con un annuncio ancora più
di rilievo. I ricercatori della casa di Santa Clara hanno infatti realizzato
transistor delle dimensioni di 20 nanometri (ossia milionesimi di millimetro)
grazie ai quali, sostengono in Intel, in cinque o sei anni si potranno
realizzare processori in grado di raggiungere una frequenza di 20 GHz e che
saranno alimentati con tensioni inferiori a 1 V (il Pentium 4, per esempio, usa
un’alimentazione di 1,7 V).
L’annuncio è stato dato a Kyoto nel corso
dell’edizione 2001 della conferenza Silicon Nanonoelectronics Workshop,
destinata a tecnici e scienziati del mondo dei semiconduttori. Secondo fonti
Intel, i nuovi transistor sarebbero il 30% più piccoli e il 25% più rapidi dei
più veloci transistori sino ad oggi mai realizzati e rappresentano la base della
tecnologia 0,045 micron che l’azienda prevede di far entrare in produzione verso
il 2007.
Dal punto di vista delle prestazioni, quando operano da interruttori
(come fanno nei microprocessori) i nuovi transistor riescono a effettuare 1000
commutazioni in più al secondo rispetto a quelli attualmente usati e ciò
consente di incrementare notevolmente la potenzialità di calcolo del singolo
chip. Ma non solo. La loro limitata alimentazione permette in più di avere
livelli molto bassi di consumo.
I ricercatori di Intel sono riusciti a
costruire componenti così piccoli riducendo drasticamente la larghezza del
gate del Cmos: in questi transistor ha una dimensione di tre
strati atomici. Per fare un paragone, ci vorrebbero circa 100.000 strati di
questi gate per fare lo spessore di un foglio di carta. Un particolare da non
trascurare è che, pur consentendo prestazioni tanto spinte, i nuovi transistor
sono stati realizzati con tecnologie e materiali attuali. Ma per il periodo in
cui è prevista la loro produzione, Intel userà un nuovo materiale per i gate e
ciò potrebbe rappresentare un ulteriore vantaggio per questi componenti.
Con
l’annuncio dei nuovi transistor, Intel sembra voler dimostrare che il settore
dei processori ha ancora molto da dire, quasi a incentivare la tanto agognata
ripresa del settore. Però dagli azionisti sta arrivando qualche piccolo segno di
fiducia verso i costruttori di chip. E in questo Intel ha avuto un certo peso,
perché ha reso noto che i risultati finanziari dell’ultimo trimestre sono in
linea con le previsioni e quindi è riuscita a evitare il paventato (e
ultimamente spesso usato) profit warning. Il fatturato dovrebbe essere di 6,5
milioni di dollari, ossia un valore medio all’interno dell’intervallo
preventivato di 6,2-6,8 milioni di dollari. Al raggiungimento di questo
risultato hanno contribuito principalmente i chip per computer, che
rappresentano l’80% del giro d’affari di Intel e le cui vendite hanno rispettato
le previsioni, mentre un po’ al di sotto delle aspettative sono stati i
processori per telefoni cellulari e per le reti.

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