Intel: l’ottimismo malgrado il rosso

La società chiude la trimestrale in rosso a causa dell’effetto della multa impostale dalla Ue, ma mostra chiari i segni della ripresa.

Come già accaduto, anche questa volta i risultati della trimestrale di Intel rappresentano un buon termometro per misurare lo stato di salute generale del comparto tecnologico.

In questo secondo trimestre, la società chiude in rosso, a causa della multa impostale dalla Ue per concorrenza sleale. Tuttavia, le previsioni rilasciate per la seconda metà dell’anno e i risultati ottenuti a prescindere dall’ammenda fanno ben sperare gli analisti.

Nel periodo in esame, Ingtel ha registrato un fatturato di 8 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 9,5 miliardi del pari periodo del precedente esercizio.
Le perdite si sono attestate a 398 milioni di dollari. Tuttavia, esclusi gli oneri straordinari derivanti dal contenzioso con la Ue, pari a 1,45 miliardi di dollari, la trimestrale si sarebbe chiusa con utili per 1 miliardo di dollari, pari a 18 centesimi per azione, in deciso calo rispetto ai 28 centesimi del pari periodo del precedente esercizio, ma altrettanto decisamente al di sopra degli 8 centesimi per azione previsti dagli analisti.

Proprio questo aspetto rende la comunità finanziaria fiduciosa: i risultati di Intel riflettono un certo recupero che lascia per sperare per la seconda metà dell’anno.
Opinione, quest’ultima, condivisa anche da Paul Otellini nella sua analisi.

Otellini ha altresì sottolineato come le vendite dei processori Atom, utilizzati nei netbook e nei chipset, abbiano nel periodo registrato un incremento del 65% a 362 milioni di dollari e come nel periodo in esame si sia registrato un recupero negli inventari dei clienti, segno che le aziende del comparto stanno cominciando a scaldare i motori per la seconda metà dell’anno.

Resta la debolezza nella domanda dal mondo delle imprese. E su questo punto Otellini ha manifestato qualche perplessità:  se è vero che c’è da attendersi una ondata di sostituzione nei parchi macchine in obsolescenza, non è detto che questa abbia luogo nel corso del 2009
Parimenti, non è detto che la migrazione a Windows 7 abbia impatti evidenti sul comparto pc già nell’ultimo quarter: è tuttavia fondamentale che le aziende si preparino al passaggio nei prossimi mesi.

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