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Infrastrutture iperconvergenti, la porta del cloud ibrido

Le infrastrutture IT stanno attraversando una profonda trasformazione e ogni anno diventano sempre più complesse a fronte dalla evoluzione tecnologica.

Molte aziende hanno una presenza e capillarità tale per cui i dati devono essere disponibili per ciascun fruitore del servizio e/o soluzione. Sono le stesse aziende a dover garantire la continuità dei servizi erogati e la loro innovazione.

La gestione della complessità è una delle principali problematiche che i responsabili dell’IT si trovano ad affrontare.

L’ecosistema fa affidamento a soluzioni cloud per semplificare ed ottenere risultati più rapidamente e con un TCO ridotto.

Nell’ultimo decennio si è assistito a un cambiamento radicale. Innumerevoli innovazioni hanno messo a disposizione dei CIO tecnologie diverse che propongono nuovi approcci alla razionalizzazione dell’IT.

La domanda che ci si pone è: quale, di queste tecnologie consentirà di evolvere ad un modello di progettazione con una visibilità a lungo termine ed in grado di tener conto della trasformazione IT che l’azienda sta pianificando?

Infrastrutture iperconvergenti

Secondo Alberto Filisetti, country manager Nutanix Italia, l’adozione del cloud pubblico trainerà la necessità dell’utilizzo del cloud Ibrido. A

l crescere della spesa IT da parte delle aziende vi sarà sempre più l’esigenza di considerare il cloud pubblico come una valida opzione. Le aziende dovranno valutare quali applicazioni implementare e in quale cloud posizionarle: si assisterà ad una domanda sempre crescente di soluzioni basate su cloud ibrido che diventerà il fattore abilitante per un approccio più selettivo che sostituirà l’attuale modello di esecuzione delle applicazioni nel cloud pubblico.

Questa tendenza è già in atto. Nel corso di quest’anno si assisterà a un consolidamento dell’adozione di infrastrutture iperconvergenti (HCI) per ogni nuovo acquisto effettuato dalle imprese, fattore abilitante nell’adozione di un modello It basato sull’utilizzo del modello di cloud Ibrido.

Mobilità delle applicazioni

Ma non è tutto. In un contesto di cloud Ibrido le applicazioni devono essere mobili, ossia devono essere “trasportabili” in tutto il cloud, e questo sarà il principale fattore che condizionerà la valutazione delle tecnologie da adottare.

In passato, ci si basava sulle macchine virtuali per rendere le applicazioni portabili e disponibili su diversi sistemi. In futuro, assisteremo alla proliferazione di tecnologie come quella dei container che permetteranno di trasferire le applicazioni in modo più semplice.

Per Filisetti i container renderanno le applicazioni estendibili, scalabili e flessibili, e susciteranno grande interesse nel corso del 2018. Tecnologie come Kubernetes guadagneranno l’attenzione di chi vuole comprendere come gestire il proprio ambiente cloud con tecnologie di questo tipo.

Infrastrutture come codici

Il terzo trend da tenere in considerazione è che le infrastrutture verranno sempre più gestite come codici. Ciò significa che vedremo presto entrare in gioco il paradigma “Infrastructure as code” (IAC).

L’IT stesso, la sua gestione e la pianificazione delle operation nel loro complesso, saranno automatizzati ed agili. Gli sviluppatori potranno scrivere, alla stregua di un codice, le infrastrutture, snellendo e velocizzando i silos hardware.

Automazione, strumenti di self-service e utilizzo del cloud privato “as a service” per l’utente finale sono la chiara direzione dell’evoluzione dell’IT.

La focalizzazione sull’automazione nel data center farà si che l’ICA diventi un tema di interesse per i team IT per favorire l’evoluzione delle strategie di gestione del cloud e del data center stesso.

Intelligenza artificiale

Il Machine Learning, alla base dell’intelligenza artificiale sarà soggetto a un’adozione più significativa. Il machine learning richiederà ai sistemi di identificare ed ottimizzare tutte le attività del data center – da una generale analisi delle cause dei problemi alla creazione di sistemi di ticketing per l’interazione tra i team.

Stiamo già assistendo alla fusione dei Team di lavoro nei data center: oggi non è più necessario uno specialista della connettività fiber channel o uno dell’hypervisor. Inoltre, man mano che i team di lavoro si uniranno, molte delle attività saranno trasferite alle macchine che saranno in grado a loro volta di gestire altre macchine.

Questo significherà che il paradigma del machine learning e l’euristica utilizzata nelle attività del data center diventeranno più solide, portando ad un robusto sistema di distribuzione dell’intelligenza artificiale nei prossimi anni. Il primo passo nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale risiederà proprio nel trend del machine learning che si consoliderà nel corso di quest’anno.

Questi sono i quattro principali fattori a cui le aziende dovranno prestare particolare attenzione nel valutare le strategie di trasformazione dei propri data center. Tali tendenze non riguarderanno soltanto alcuni settori di mercato ma trasformeranno radicalmente qualsiasi business, dalla tecnologia di consumo a quella aziendale.

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