Informatica “di base” per le Pmi dei mobili e dell’arredamento

Dai produttori di mobili ai negozial dettaglio, sono molte e diversele esigenze in questo comparto

Ottobre 2002,
Quello dei mobili e dell’arredamento è un settore di mercato
trainante nell’economia italiana. Molto frammentato in termini di numero e tipologie
di operatori – si contano oltre 18.000 aziende di vendita al dettaglio tra negozi
tradizionali di piccole, medie e grandi dimensioni, catene, affiliati e negozi
di mobili per ufficio e più di 22.000 punti vendita, mentre sono 35.000
le aziende produttrici – il comparto è prevalentemente costituito da
aziende con meno di 20 addetti. L’informatica, a sentire i diretti interessati,
non è comunque considerata tra gli investimenti prioritari e spesso il
livello di aggiornamento tecnologico dipende dall’interesse del singolo socio.
In ogni caso i prodotti a listino delle aziende fornitrici sono molteplici,
la logistica è complessa, così come la progettazione e la gestione
degli incassi per i punti vendita richiederebbero, di per sé, un supporto
tecnologico adeguato.

Con l’80% delle imprese con meno di 20 addetti, il settore dei mobili-arredamento
rientra a pieno titolo nell’universo delle piccole e medie imprese italiane,
dove, è noto, esiste ancora un notevole spazio per l’informatizzazione.
Si tratta di un comparto complesso, costituito da 35.000 aziende produttrici
e una miriade di punti vendita. Secondo le stime 2002 di Federmobili (Federazione
commercianti mobili e arredamento) il numero di aziende di vendita al dettaglio
sono oltre 18.000 (considerando anche le catene i negozi affiliati e quelli
per mobili per ufficio) con una media di soli 3 addetti per azienda.
Quanto però siano sensibili all’informatizzazione i rappresentanti di
questo settore lo abbiamo cercato di capire raccogliendo le esperienze dei diretti
interessati. Flou, un’impresa che ha sede a Meda in provincia di Milano, ha
circa 130 dipendenti, fattura oltre 36 milioni di euro (dato relativo al 2001)
e si occupa di arredamento per "il sistema letto completo", come specificato
nella presentazione istituzionale dell’azienda stessa: letti e accessori di
complemento quali piani di riposo, basi, reti, materassi, guanciali, piumini,
copripiumini e biancheria per il letto. «Abbiamo tre server, uno primario,
uno di back up e uno su cui gira l’applicativo. Il sistema operativo che utilizziamo
– spiega Santo Soldano, Edp manager della Flou – è Windows Nt4
di Microsoft, il database è Sql7, mentre le macchine sono a marchio Dell.
Abbiamo, poi, altre 40 postazioni tra pc compatibili e altri marchiati Dell,
con sistemi operativi da Windows 95 in su. Collegati naturalmente in rete e
con l’utilizzo della posta elettronica (la rete è da 100 Mb)».

Dal punto di vista informatico l’azienda di Meda è
nata con un sistema proprietario Bull. Nel ’97 ha poi deciso di passare al sistema
aperto di Microsoft. «Siamo stati tra i primi, e non solo nel nostro
settore, da quanto mi risulta – spiega Soldano – a usare i server Baan che giravano
su Windows Nt»
.
Per quanto riguarda le stampanti, Flou ha scelto le laser e ink jet di Epson,
Hp e compatibili per un totale di 40, una per ogni postazione, più altre
cinque centralizzate per carichi di lavoro superiori.
La società non ha un rivenditore di fiducia a cui rivolgersi: «Noi
cerchiamo chi riesce a proporre l’offerta più conveniente in termini
di prezzo/prestazioni
– precisa Soldano –. Quanto al rapporto diretto
con Dell, le risposte fondamentali alle nostre richieste ci sono state e a parte
qualche piccola e inevitabile insoddisfazione ci siamo trovati bene».

Per il software, Flou utilizza un pacchetto standard di contabilità e
il sistema Cad per il design d’arredamento che gira su workstation Hp acquistato
da Cdm di Reggio Emilia.
Ma quanto spende l’azienda sul totale del fatturato per i prodotti It? «Abbiamo
fatto un grosso investimento iniziale, quando siamo partiti con Nt e per tutto
il parco macchine; mediamente tendiamo a rinnovare le macchine ogni 3/4 anni,
ma l’investimento è circa il 2% sul budget globale»
. Con il
sistema informativo rinnovato Flou, che conta circa un migliaio di prodotti
a listino, ha comunque fatto un notevole passo in avanti. «In effetti
con l’utilizzo del codice a barre abbiamo migliorato produzione e logistica,
e l’informatica nel suo insieme ci ha aiutato a catalogare i singoli prodotti,
a snellire le procedure e ad avere maggiore precisione nelle spedizioni».

Dall’altra parte della barricata, cioè passando a parlare
dei punti vendita di mobili e arredamento, l’informatizzazione è ancora
vista come un qualcosa di cui si può fare a meno, o comunque non strettamente
indispensabile per il proprio business, un investimento forse utile, ma prorogabile
a un domani mai ben definito. Anche se, dal punto di vista informatico, un punto
vendita che si occupa di arredamento e mobili non è più in grado
di progettare a mano e necessita quindi di un software di progettazione nonché
di un gestionale per incassi, versamenti, ordini. Strumenti veloci e diversificati
anche a seconda delle dimensioni, del fatturato e dei prodotti venduti che consentono
al negozio di gestire la vendita e la sua attività in tempi brevi. Il
negozio deve gestire molte informazioni quali le anagrafiche dei clienti e dei
fornitori, preventivi e commissioni, ordini da commissioni multifornitore, magazzino,
deposito scorte, consegne e montaggi, resi, servizi pre e post vendita, incassi
e saldi, scadenziario fornitori, saper controllare il rendimento di ogni commissione,
monitorare e valutare gli ingressi dei clienti, margini, costi dei trasporti
e altro ancora. Per chi vuole approcciare questo settore le occasioni di business
non mancano. Resta da verificare quanto siano disposti a investire in tecnologia
i 18.000 piccoli artigiani.
Una voce un po’ fuori dal coro è quella di Cooky Italia, una società
del Gruppo Cervi che ha dato vita a una catena di negozi specializzati nella
vendita di cucine e accessori, i Cooky Store. Attualmente l’azienda gestisce
circa 14 negozi, alcuni direttamente, altri in franchising situati a Milano,
Como, Varese, Modena, Udine, Sondrio, Castelletto (Novara) e Biella. Gli obiettivi
prevedono di arrivare a 100 negozi su tutto il territorio e di aprire anche
alcuni punti vendita all’estero.

Dal mese di ottobre l’azienda intende implementare un nuovo gestionale basato
sul sistema operativo Sap per un controllo di gestione a 360°. «Per
noi
– spiega Mara Cervi, responsabile dei sistemi informativi di Cooky
Italia – si tratta di un vero passo in avanti poiché ci permette
un sistema integrato tra il front office del punto vendita e i server centrali.
Attraverso una Lan i negozi della nostra catena possono svolgere tutta l’attività
in rete»
. Una scelta coraggiosa, anche perché è costata
alla società un miliardo e mezzo di lire. «Inizialmente
racconta Cervi – utilizzavamo Easy Store System 2000, un prodotto gestionale
per il punto vendita del mobile, molto interessante e realizzato da Sintesys,
società di informatica operante da diversi anni in questo comparto alla
quale avevamo chiesto come Gruppo Cervi Arredamenti Spa di realizzare un software
specifico per la gestione di negozi decentrati e controllati da un’unica direzione
centrale. Quando poi abbiamo costituito Cooky Italia abbiamo continuato a utilizzare
lo stesso prodotto per i negozi in franchising, ma dallo scorso anno la società
ha fatto una scelta più radicale e ci siamo indirizzati su Sap»
.
Per quanto riguarda l’hardware, invece, ogni negozio della catena dei Cooky
Store dispone di tre venditori e di altrettante postazioni. In sede sono circa
una ventina i computer disponibili. Si tratta prevalentemente di macchine Hp
e di pochi assemblati che, dice Mara Cervi, «richiedono maggiore manutenzione.
Inoltre, l’assistenza di Hp è veloce ed efficiente»
. Quanto
alle stampanti la scelta si è indirizzata su laser Hp, ink jet Epson
per la parte di progettazione e stampanti ad aghi per le ricevute fiscali. «Acquistiamo
solitamente i nostri prodotti presso rivenditori, ma stiamo pensando al noleggio.
L’alta obsolescenza dei prodotti ci costringe a rinnovare il parco clienti ogni
due o tre anni e spesso non sappiamo come riutilizzare i vecchi pc. Il noleggio
ci eviterebbe disagi di questo tipo».

Il sito della Cooky Italia, invece, è ancora in fase
di sviluppo e la realtà dell’e-commerce, ancora lontana da venire. Il
fenomeno del commercio elettronico in questo comparto potrebbe comunque avere
una sua ragione d’essere, tanto che lo stesso Csil ha realizzato un’indagine
per capire il ruolo di questo strumento nel settore in questione. Ne è
emerso un primo "identikit" relativo al consumatore finale: generalmente
chi utilizza l’on line per acquistare mobili ha meno di 34 anni e vive prevalentemente
presso i grandi centri urbani, anche se l’e-commerce in questo ambito si sta
diffondendo ovunque. In realtà, però, Internet viene utilizzato
soprattutto come strumento informativo per orientarsi verso un determinato punto
vendita. I dati parlano di circa 85.000 consumatori che in un anno hanno utilizzato
l’on line in questo senso. Non mancano comunque casi di acquisto effettivo via
Web.
In Italia, sempre secondo il Csil, il 2% circa delle famiglie che ha acquistato
mobili per la casa per un importo superiore a 500 euro, nell’arco degli ultimi
dodici mesi ha navigato in Internet per raccogliere informazioni prima di recarsi
nel punto vendita e il 38% delle famiglie acquirenti di mobili dispone di un
allacciamento a Internet.

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