Infinera, fotonica sotto casa

Un circuito fotonico integrato potrebbe essere il motore dei vostri dati.

Infinera nacque nel 2001 nel cuore della Silicon Valley (sulla Java Drive, a Sunnyvale) con l’ambizioso obiettivo di innovare le Tlc per soddisfare le allora prevedibili richieste di banda larga.

Vide la luce, è proprio il caso di dirlo, grazie all’intuito di tre persone (Jagdeep Singh, Drew Perkins e Dave Welch) con background sulle tecnologie ottiche che si trovavano d’accordo nel ritenere che nessun attore del mercato allora, dopo lo scoppio della bolla Internet, avesse la forza di investire nello sviluppo di un circuito fotonico integrato.

Loro scopo era permettere la produzione di sistemi di rete ottica con prestazioni migliori ed economicamente più convenienti di quelli esistenti (compito dei sistemi di rete ottica è convertire in luce i segnali elettronici ricevuti da apparecchiature di rete e inviare i fasci di luce attraverso cavi in fibra ottica).

Passati tre anni, l’oggetto pensato si concretizzò in realtà: Il Pic (Photonic integrated circuit), un chip da 5 millimetri capace di trattare il traffico dati sulle reti ottiche.

Era il 2004 e il Pic di Infinera e le reti di trasporto fotoniche cominciavano a diffondersi presso i fornitori di Tlc, incumbent e non. Per citare quelli che operano nel nostro paese: Interoute, Level 3 e, soprattutto, Tiscali, convintasi alla tecnologia Infinera dallo scorso dicembre.

Se il Pic è l’anima dell’offerta fotonica di Infinera, il sistema di management che sta sotto è il braccio, e consente di rendere effettiva la capacità tecnica adeguandola alle esigenze.

Il Dwdm (Dense wavelight division multiplexing) il protocollo di assegnazione dei canali che caratterizza le implementazioni su reti ottiche non è cosa per tutti, come ben sa chi si è trovato a configurare una rete ottica.

Per questo Infinera ha lavorato intensamente per semplificarne la gestione e si adopera per mostrare “fisicamente” i progressi ottenuti. La società gira l’Europa con un truck (è appena stato in Italia, a Roma e Milano) con cui porta direttamente una rete ottica in casa dei decisori di investimento in Tlc. L’alternativa è farli salire a Londra, nella sede Emea della società. Sul truck (nella foto, l’interno) si ha tutto quanto serve per effettuare, live, un’espansione della capacità di rete con i Pic, attivando punti di distribuzione sul network globale. Di gran lunga meglio di un powerpoint, fanno notare da Infinera.

Pare che la cosa funzioni, potendosi così mostrare sul campo come si possa creare e portare banda per supportare l’ampliamento di offerta di servizi di rete agli utenti. Infinera ha un programma, chiamato “10G in 10 giorni” con cui può velocizzare gli ampliamenti di banda e renderli effettivi in tempi che solitamente non caratterizzano il comparto Tlc. Un programma che può essere avvicinato, per quanto applicabile al networking, al concetto di “build to order”, basato su componenti ad alto Mtbf: si parla di 300 milioni di ore senza inconvenienti per il chip, di 27 anni per le schede, di “zero failure” per gli chassis.

La società è impegnata anche nella creazione della futura Ngan, avendo in carnet il dispositivo Metro, deputato a raccogliere il traffico nelle aree urbane e ne trasporta i dati a un gateway.

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