In saldo i domini delle start-up fallite

Il 2001 è stato un buon anno per i grandi gruppi che hanno potuto acquistare a prezzi vantaggiosi le attività delle dot-com fallite

Lo scorso anno il Nasdaq ha visto soltanto sessantina di quotazioni in Borsa
(nel 2000 erano state 400) e ben 600 dichiarazioni di fallimento. Per i capitali
di rischio è invece andata un po’ meglio: seppur lontani dal giro d’affari del
2000, lo scorso anno nei giovani sono stati investiti 30 miliardi di dollari.
Per trovare dei soldi è stato però necessario bussare alla porta di grandi
imprese.
Secondo il rapporto 2001 di Webmergers.com in tutte le operazioni di
acquisto eseguite nel corso dell’anno è stata coinvolta almeno una impresa della
Rete. Il sito, che svolge il ruolo di intermediario finanziario, ha annoverato
1289 operazioni per un totale di 39,7 miliardi di dollari investiti (44 miliardi
di euro).


L’acquisto di società fallite o che hanno sospeso l’attività non ha
riguardato che il 18% del totale, ossia 230 operazioni per un ammontare di 3,3
miliardi di dollari. La tendenza del 2001 è stata quella di acquistare attività
immediatamente riutilizzabili tralasciando quelle che avevano la necessità di
operare nuovi investimenti. «Il numero di indirizzi di siti Internet acquistati
si è ridotto della metà – ha affermato Tim Millet, presidente di Webmergers.com
-. Nel 2000 i domini che hanno cambiato proprietà sono stati 910 per un
ammontare di 90 miliardi di dollari, nel 2001 sono stati invece 523 pari a 13,5
miliardi di dollari».


Se si escludono alcune operazioni che hanno fatto notizia, come l’acquisto di
Mp3.com da parte di Vivendi Universal o Galileo International da parte di
Cendant, al contrario di quanto avvenuto nel 2000 la maggior parte degli
investimenti si è focalizzata sull’acquisto di infrastrutture (software, reti o
database) piuttosto che sui siti Web. Più in dettaglio, Webmergers.com ha
stimato che le 575 operazioni di acquisto di infrastrutture hardware e software
abbiano portato a un giro d’affari di 19,9 miliardi di dollari. E sono stati
sopratutto i grandi del software, come Ibm, Microsoft, Sap o PeopleSoft, che
hanno realizzato i migliori affari. In pratica, il 2001 è stato un anno di
consolidamento tra dot-com e dot-group durante il quale questi ultimi hanno
acquistato a buon prezzo tecnologie spesso pagate molto care.

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