In Italia, il 65% delle imprese è privo di dipendenti

Lo rivela un’indagine Istat relativa al 2009 sulle aziende che operano nell’industria e nei servizi e secondo la quale il 95% delle nostre imprese ha meno di 10 addetti. Rispetto al 2008, l’occupazione è diminuita del 2%. Bene le utility.

La fotografia scattata dall’Istat, in riferimento al 2009, parla di un Paese, l’Italia, dove il 95% delle imprese attive nell’industria e nei servizi contavano meno di 10 addetti. Complessivamente, parliamo di 17,5 milioni di lavoratori spalmati in 4,5 milioni di imprese, di cui circa 3 milioni (corrispondenti al 65,2% del totale delle imprese attive) prive di lavoratori dipendenti.

A confermare la piccola dimensione delle aziende caratterizzanti il nostro Paese, ci sarebbe anche il dato secondo il quale, circa due terzi delle imprese rilevate dall’Istat sono individuali e coinvolgono il 25% degli occupati. Nei restanti casi, il 18% adotta la forma giuridica di società di persone, il 17% quella di società di capitali, mentre il restante 1,1% è costituito da cooperative.

Diminuito dell’1%, tra il 2008 e il 2009, il numero delle imprese ha visto anche ridursi del 2% la relativa occupazione che, nell’anno indagato, ha registrato una concentrazione pari al 23% del totale nel settore manifatturiero, seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio (20%) e nelle costruzioni (11%). Tanto che, ad aumentare, sarebbe stato il solo comparto delle utilies.

In termini di crescita, le imprese che forniscono energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata sono aumentate del 19,6%, mentre la crescita del 3,6% delle realtà fornitrici di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento è da leggersi anche in chiave occupazione. Dati positivi riportati solo dalle attività finanziarie e assicurative (+9,6% in termini di nuove imprese e +0,6% di occupazione) e da quelle immobiliari (+4,1% in ambedue i casi).

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