In crescita del 3% i tassi d’interesse sui prestiti

A questa conclusione è arrivata l’Associazione Unimpresa attraverso uno studio secondo cui nel 2011 la redditività del sistema bancario italiano è peggiorata e che tale peggioramento avrà pesanti ripercussioni per le imprese che chiedono denaro allo sportello.

Le banche italiane hanno
bisogno di compensare i ricavi che
non arrivano da altre fonti e questo potrebbe comportare un aumento dei tassi sui prestiti bancari alle
imprese
: tale per cui gli incrementi delle commissioni sui fidi e degli interessi sui finanziamenti potrebbero
arrivare fino al 3% nelle prossime settimane.

A questa conclusione è arrivato
uno studio di Unimpresa, che ha reso
noto che nel 2011 la redditività del sistema bancario italiano è peggiorata e
che tale peggioramento comporterà da parte degli istituti dolorose scelte per
chi chiede denaro allo sportello. Secondo l’ultima relazione della Banca
d’Italia, il rendimento del capitale e delle riserve (Roe) è stato negativo
(-9,2%, contro 3,4% nel 2010). Di conseguenza il costo dei finanziamenti alle imprese è destinato a salire di 2-3
punti percentuali
, per l’effetto congiunto di una serie di fattori: le
conseguenze del costo del debito
pubblico
che pesano sull’intero sistema-Paese, per il peggioramento dei rating attribuiti alle imprese. Secondo lo studio
sarebbe inoltre una precisa volontà del sistema bancario quella di alzare i
prezzi del credito, provato anche dal fatto che molte imprese associate a
Unimpresa, che non hanno subito variazioni di rating, hanno comunicato che i
tassi applicati di volta in volta a ogni rinnovo (re-pricing) delle linee di
credito tendono a salire; per contro, la flessibilità nella riduzione a richiesta
è del tutto scomparsa.

Come si apprende dalle rilevazioni della Banca
d’Italia
, spiega il rapporto, le banche italiane hanno fatto ricorso alle operazioni di rifinanziamento a lungo
termine in ampia misura: tra dicembre del 2011 e marzo del 2012 l’aumento di
circa 60 miliardi del rifinanziamento presso l’Eurosistema ha più che compensato
la minore raccolta all’ingrosso (-35 miliardi di euro). È pur vero che il risultato di
gestione si è ridotto rispetto all’esercizio precedente (-7,2%), principalmente
per effetto di un aumento dei costi operativi (5,4%), ma ciò non ha impedito
di registrare una crescita del margine di interesse del sistema bancario
dell’1,1% con un incremento di 573 milioni.

Secondo Paolo Longobardi,  presidente di Unimpresa questa situazione comporterà l’innalzamento dei tassi praticati alla clientela
e l’applicazione di commissioni
spropositate
e un drastico peggioramento del peso degli oneri finanziari
nei bilanci delle imprese. In questo momento gli oneri finanziari pagati alle banche stanno avidamente divorando i
margini già esigui di molte aziende. Il danno in prospettiva sarebbe reciproco:
imprese incapaci di accantonare utili, rating in peggioramento, maggior costo
del capitale per le banche che hanno in pancia questi crediti. Le stime di Unimpresa
indicano che i rialzi praticati dalle banche dal lato degli impieghi stanno
rischiando di compromettere una fetta rilevante del nostro sistema economico e
industriale, qualcosa che va dal 20% al 30% delle piccole e micro-imprese, già
private o asfissiate dal credito.
Per Longobardi, “il rischio è quello di distruggere un tessuto fitto di filiere
su cui si poggia anche la media e grande impresa. Senza contare che si stanno
mettendo a repentaglio centinaia di migliaia di posti di lavoro, che una volta
persi deprimeranno ancora di più i consumi interni
“.

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