In attesa della ripresa il trend delle inserzioni dà segnali contrastanti

Ancora una volta emergono indicazioni a due velocità a seconda che si analizzino i dati relativi alla ricerca di personale sulle riviste e su Internet. Nel quarto trimestre, tuttavia, si dovrebbe ormai aver toccato il fondo, visto il timido recupero sul canale telematico.

Calma piatta sull’andamento delle inserzioni di personale Ict negli ultimi tre mesi dell’anno appena trascorso se si analizzano gli annunci su carta, leggermente mosso, invece, il mare delle inserzioni online.


Nel primo caso le uniche note, per così dire positive, riguardano due aspetti, che, seppur non essenziali, possono in qualche modo attutire l’inevitabile pessimismo di fronte a questi risultati non certo brillanti. Il primo riguarda il fatto che nell’ultimo trimestre la situazione generale non è ulteriormente peggiorata rispetto a quella rilevata nei mesi estivi: ciò potrebbe avvalorare l’ipotesi che il fondo è stato oramai toccato.


Speranza questa peraltro supportata anche dal secondo elemento positivo: nel mese di dicembre, nonostante i classici "ponti" e le festività natalizie, c’è stata una leggera ripresa, soprattutto per alcune figure professionali particolarmente colpite dalla crisi dell’autunno "nero".


Va tuttavia riconosciuto che negli ultimi sei mesi il numero totale delle inserzioni si è ridotto a circa un terzo di tutte quelle pubblicate nel primo trimestre e il calo complessivo del 2001 rispetto all’anno precedente ammonta a circa il 25%. La situazione, poi, apparirebbe davvero catastrofica, se ci limitassimo ad analizzare il solo periodo luglio-dicembre: il crollo del 2001 rispetto allo scorso anno risulterebbe davvero rovinoso.


Nonostante questi dati oggettivi, il mercato del lavoro informatico non appare, nel suo complesso, così disastrato. Sicuramente la situazione congiunturale non è delle migliori, sia dal punto di vista dell’economia generale, sempre in bilico fra recessione e stasi, sia da quello dell’Ict in particolare. Le notizie che provengono d’Oltre- oceano, parlano ancora di tagli abbastanza consistenti (in corso o previsti) da parte di molte società non solo famose, ma addirittura leader in alcuni settori dell’ hitech, per cui le conseguenze negative non potranno che incidere, seppur in maniera diversa, anche sui livelli occupazionali di casa nostra. Né le cose vanno molto meglio nella vecchia Europa: le nazioni trainanti di Eurolandia continuano ad arrancare tra una recessione più o meno latente e timidi segnali di ripresa, senza mai agganciare una decisa inversione di tendenza e, come si sa, senza certezze, nessuna economia riesce a decollare.


Con questo scenario, c’è poco da aggiungere: l’unica aspettativa riguarda il "quando" si arriverà a toccare il fondo, perché è solo da allora che inizierà la ripresa. Come già accennato, i risultati di questo ultimo trimestre, sembrano indicare che il peggio sia già arrivato e una timidissima ripresa potrebbe ricominciare a ridare vigore alle richieste del mercato. Certo, due sole settimane "buone" (quelle lavorate in dicembre) sono davvero un po’ poco per cantare vittoria su una crisi, tanto rapida quanto inattesa, ma se a ciò si aggiunge il fatto che, nonostante tutto, la situazione generale dell’informatica non sembra rispecchiare quello scenario disastroso che i numeri delle inserzioni lasciano trasparire, allora le speranze diventano un po’ meno illusorie.


Forse a un momento non troppo brillante del mercato occupazionale si è sommata una crisi sull’utilizzo del canale cartaceo; forse alcune particolari urgenze nel reperire il personale hanno indirizzato le ricerche verso altri canali, magari più rapidi (internet, passa parola, etc.); forse una combinazione di eventi ha comunque messo in crisi "l’inserzione" di per se stessa, più che il settore di riferimento; fatto sta che, i livelli occupazionali informatici hanno sì perso qualche colpo, ma non tanto da precipitare in un baratro così cupo, come le nostre rilevazioni lasciano presupporre. E la stessa alternanza di fattori negativi (senza dubbio prevalenti) e positivi (per ora limitati a sintomi e sensazioni) la troviamo analizzando l’andamento su riviste delle singole figure professionali nel corso dell’ultimo trimestre.


I responsabili dei sistemi informativi, ad esempio, hanno registrato un forte incremento rispetto al 2000: è vero che il guadagno maggiore si è verificato nella prima parte dell’anno, ma, per quanto contenuto, un leggero recupero c’è stato anche in quest’ultimo trimestre. Sistemisti e capi progetto, invece, hanno pagato un consistente prezzo alla crisi: nel confronto con il 2000 le percentuali relative alle perdite sono rispettivamente di quasi un terzo e di quasi un quarto. Con questi valori ogni commento ci sembra superfluo, soprattutto guardano cosa è successo negli ultimi sei mesi di quest’anno. Nell’area software, i programmatori, tutto sommato, hanno retto bene, mentre gli analisti/programmatori sono calati di quasi il 20%.


Fra gli esperti, invece, è stato lo specialista hardware/software a subire un vero tracollo, peraltro già palese nella prima parte dell’anno e ulteriormente accentuato dalla totale assenza di inserzioni nella seconda parte del 2001. Per le altre posizioni relative a quest’area, le cose non sono poi andate così male: anzi, esperti software di base ed esperti Internet hanno addirittura guadagnato quote, anche se modeste, mentre gli esperti di reti/Tlc e i progettisti elettronici hanno contenuto la recessione in limiti più che accettabili. Un po’ più negativi invece i risultati conseguiti dai tecnici di manutenzione, che però hanno registrato timidi segni di ripresa verso fine anno.


Positivo l’andamento dei funzionari commerciali e, tutto sommato, anche degli agenti, che hanno ripetuto i risultati del 2000. Per entrambi, inoltre, un ultimo trimestre in leggero recupero. Fin qui i risultati relativi alle inserzioni "su carta". Ma, grazie alla collaborazione con Jobpilot, anche per questo trimestre abbiamo la rilevazione del canale telematico, la cui importanza si sta rivelando sempre più consistente per giudicare il mercato nella sua totalità.

Più trainante l’online


Innanzittutto una considerazione di carattere generale. Per Jobpilot, la "calma" è stata molto meno piatta: l’incremento, rispetto al periodo luglio-settembre, anche se contenuto (8,5%), c’è stato e la "ripresina" sembra essere cominciata già a metà novembre, a conferma che il "fondo", forse, ce lo siamo già lasciato alle spalle.


La seconda considerazione riguarda l’andamento delle singole figure professionali, dal cui confronto emergono molte analogie e alcune "notevoli" differenze.


Fermo restando, infatti, che i volumi sono di gran lunga diversi e quindi, per un certo verso, difficilmente confrontabili, possiamo comunque azzardare qualche raffronto sugli indicatori di tendenza. Sicuramente i responsabili dei sistemi informativi, agenti di vendita e capi progetto hanno registrato in entrambi i canali un andamento positivo rispetto al trimestre scorso: ovviamente le percentuali di crescita sono diverse, ma pur sempre orientate verso la ripresa. Esperti Internet e progettisti elettronici sono invece in regresso sia per le inserzioni che per Jobpilot. Fin qui i dati strettamente matematici, ma possiamo ottenere qualche ulteriore elemento di valutazione, confrontando i risultati per fasce omogenee. Gli analisti/programmatori hanno registrato una crescita mentre i programmatori, un calo, contrariamente al cartaceo, e poiché, come abbiamo ricordato più volte, si tratta delle posizioni più "numerose", una loro tendenza negativa è comunque significativa di una situazione poco brillante per l’intero mercato.


Per i sistemisti e i capi progetto invece, Jobpilot indica una consistente ripresa in questo ultimo trimestre, mentre le inserzioni cartacee ci danno una sostanziale tenuta. Il giudizio globale dovrebbe quindi essere improntato a un cauto ottimismo, in quanto nessuno dei due canali ha fatto registrare crolli veri e propri: in uno le cose sono stabili, nell’altro vanno bene.


Per quanto riguarda le posizioni specialistiche, le tendenze sono diametralmente opposte: una vera "debacle" per la carta stampata, un buon trimestre per Internet. A chi credere dunque? Oggettivamente, per queste figure professionali la rapidità del canale è estremamente importante e questa caratteristica ne condiziona pesantemente l’utilizzo.


Per l’area commerciale, nonostante il netto calo registrato dai funzionari commerciali nelle rilevazioni Jobpilot, il termine più appropriato per definire l’attuale situazione occupazionale dovrebbe essere stallo: "crisi" non sembra rispecchiare la realtà di figure professionali troppo importanti per una eventuale ripresa.


A questo punto, cosa dobbiamo aspettarci dal 2002? Anche se molti lo indicano come l’anno della ripresa (ma pochi si sbilanciano sul quando), non dovremmo, almeno nella prima parte dell’anno, registrare grosse inversioni di tendenza.


Gli elementi di giudizio sono ancora troppo contrastanti: in molti paesi si parla oramai chiaramente di recessione, mentre in altri si seguono con attenzione anche i più piccoli sintomi di ripresa; si registrano crolli dell’hitech, ma diverse aziende riprendono a investire nell’informatica; si parla di tagli di personale, ma alcune posizioni sono praticamente introvabili sul mercato; si teme una crisi dei consumi, ma l’hitech continua a tirare; le inserzioni classiche vanno male, quelle via Internet vanno bene. Tutto ciò fa supporre che quello attuale sia un periodo di forte assestamento, nel quale aspetti positivi si alternano, in maniera rapida e quasi assurda, con quelli negativi, come se il mercato fosse continuamente in bilico fra crisi e ripresa.

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