In ascesa, il comparto del wireless ora cerca un’identità

Le aziende guardano al mobile, sviluppando servizi ad hoc, in attesa della larga banda. Ottimistiche le previsioni di mercato, sull’onda del successo del 3Gsm World Congress.

Tutto ebbe inizio quando un primate, antenato dell’uomo, capì di poter utilizzare un osso come strumento. La metafora alla “2001. Odissea nello spazio” serve per porre la questione dello “strumento” terminale, quale fulcro fondamentale per lo sviluppo della mobilità. Dal mezzo, poi, discende il fine, cioè il beneficio che si vuole conseguire e senza il quale non si vedrebbe la ragione per cui un’impresa dovrebbe attuare una strategia per il mobile o comunque adottare tecnologie wireless. Lo ha ribadito, in particolare, Matteo De Angelis, direttore Organizzazione e Sistemi di Fischer Italia, illustrando la soluzione wireless di quarta generazione (la prima risale agli anni 80), con cui in azienda hanno automatizzato il lavoro della forza vendita. Tacitando per sempre tutti quelli che portano a esempio di azienda di basso profilo tecnologico l’industria di viti e bulloni.

Un’esigenza sempre più forte


Fischer appartiene, evidentemente, alla schiera dei pionieri e non è l’unica, ma è sicuro che molte altre imprese potranno soddisfare la loro crescente esigenza di mobilità. Questa si manifesta proprio in un periodo di crisi economica come quello che, forse, ci stiamo per lasciare alle spalle. È in queste occasioni, infatti, che la concorrenza si fa più cattiva, costringendo le aziende a pressare da vicino i clienti. Le soluzioni wireless forniscono una marcia in più a chi opera direttamente sul campo e possono fare la differenza, permettendo, per esempio, di chiudere un ordine subito, senza dover prima tornare in ufficio e rimandare al successivo incontro, quando potrebbe essere troppo tardi. Gli operatori non aspettano altro che di poter appagare questo nuovo bisogno, perché, come affermano tutti gli analisti del settore, i servizi voce sono ormai alla saturazione e il futuro dei servizi si gioca sui dati.


La mobilità, quindi, è destinata a prosperare in tutte le sue sfaccettature, come afferma la maggior parte degli analisti del settore, a partire da Mike Woolfrey, direttore della ricerca presso la società Emc Research. Woolfrey ha affermato che il 2003 è stato un anno di ritorno alla crescita per il settore dei servizi mobili, in cui si è consolidato il primato di diffusione del Gsm (oltre un miliardo di abbonati nel mondo, che corrisponde la 71,5% del totale).

Warm up per la 3G italiana


L’Italia sembra ben posizionata nel panorama mondiale in termini di avanguardia tecnologica per il wireless. In particolare, sono partiti i servizi di terza generazione, anche se poi, con l’eccezione della videotelefonia di 3, si tratta ancora di generazioni intermedie. Sergio Cozzolino, marketing manager Tim, ha affermato che l’offerta è già ampia e che con il Gprs, cui seguirà l’Edge, la copertura nazionale garantisce l’affidabilità del servizio, al contrario dell’Umts che sarebbe ancora diffuso “a macchia di leopardo”.


Non è, ovviamente, d’accordo Ezio Peri, business sales director di 3, che rivendica la presenza del servizio Umts in ottocento città con 4.400 antenne, con una copertura attuale del 60% della popolazione. Quando si parla di dati, peraltro, non si può dimenticare il fiorire di hot spot Wi-Fi sparsi per tutta Italia (erano oltre 500 solo tre mesi dopo la liberalizzazione del settore). Come è ormai chiaramente emerso, le varie tecnologie di accesso possono essere considerate complementari e potrebbe essere frequente il caso in cui un’azienda voglia o debba utilizzarne più d’una. In questo caso, Cozzolino rivendica l’alto valore aggiunto dell’operatore che, grazie al roaming, consente a tale azienda di avere un unico interlocutore per tutti i servizi. Il potenziale di mercato è molto alto, secondo Tim, che adocchia la base di 940mila aziende italiane con più di due dipendenti. Soprattutto, come testimoniano anche dati Idc, è ancora piuttosto bassa in Italia la quota dei servizi dati (Sms e altro) rispetto a quelli voce: nel 2003 le stime a consuntivo parlano di un totale di 16.537 milioni di euro, di cui 2.239 per i dati. Secondo Idc, una crescita costante porterà il mercato italiano nel 2007 a 21.826 milioni.

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