Il Web 2.0 è un’opportunità per vendere contenuti

I media specializzati possono sfruttare le nuove dinamiche della Rete. Gli spunti emersi in un convegno organizzato dall’Anes

Il boom di Internet e del Web 2.0 non rappresenta una minaccia per i media specializzati, ma piuttosto un’opportunità ulteriore per diffondere il proprio ricco patrimonio di competenze e di contenuti. È questa la principale conclusione emersa dal convegno “Comunicazione multimedia, l’efficacia dei media specializzati”, organizzato da Anes (Associazione nazionale editoria periodica specializzata). Come ha evidenziato Massimo Giordani, Ceo di Time & Mind, il fenomeno del social networking sta rapidamente cambiando faccia al mondo della comunicazione, spinto a sua volta dalla crescente diffusione della connettività in banda larga via cellulare.

L’importanza dei contenuti
Tutto questo movimento comporta inevitabilmente delle ripercussioni sul modello tradizionale di advertising: «Quello che ha importanza su Internet non sono i banner ma le posizioni su siti e motori di ricerca», ha sottolineato Filippo De Caterina, direttore comunicazione di L’Oréal Italia. La fine del classico modello commerciale non significa però la scomparsa dei media tradizionali. «Il Web rappresenta una straordinaria opportunità per chi possiede contenuti – ha insistito Giordani – Penso ad esempio al famoso App store di Apple, dove lo scorso anno sono state vendute applicazioni – che dietro avevano appunto un contenuto – per 250 milioni di dollari. Il 70% di questi guadagni è andato agli sviluppatori e soltanto il 30% alla compagnia guidata da Steve Jobs. In Italia sono state ancora molto poche le applicazioni sviluppate, ma è evidente che i contenuti che gli editori tengono “nei propri armadi” rappresentano un vero e proprio tesoro. Il problema è capire in che modo tirarli fuori».

Le armi dell’editoria specializzata
In quest’ottica la tradizionale capacità della stampa specializzata di gestire la comunicazione aziendale in maniera mirata e quasi sartoriale può rappresentare un vantaggio nel nuovo mondo di Internet, ha aggiunto Mauro Bellini, responsabile area Web del Sole 24 Ore Business Media. Un ulteriore elemento positivo è dato dall’accresciuta consapevolezza culturale: «Ricordo che alla prima edizione dell’Ifa di Berlino gli editori si sentivano completamente inadeguati rispetto alle nuove tecnologie – ha spiegato il presidente Anes, Gisella Bertini Malgarini -. All’ultimo appuntamento del 2009 gli editori mi sono invece sembrati molto più capaci di dominare e governare questa complessità. Ritengo importante investire sui brand editoriali forti in chiave multimediale, studiando con attenzione la propria community di lettori».

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