Il Think Tank è tricolore

Da una iniziativa di Roberto Masiero nasce Think!, un istituto di ricerca internazionale e non-profit, che promuove la ricerca sul tema dell’Ict, delle tecnologie digitali e science-driven.

Il nostro Paese è percorso da forti preoccupazioni e inquietudini sul suo destino, economico ma non solo.
Mentre gli altri accelerano, l’Italia è ferma. Come dimostra la storia di questi ultimi quindici anni, in cui l’innovazione, la ricerca, la creazione di infrastrutture, il livello di competitività, l’ammodernamento della pubblica amministrazione, l’occupazione, in una parola, lo Sviluppo, sono rimasti drammaticamente al palo.
Un Paese egoista, in cui chi cresce lo fa a spese degli altri, e il prezzo più alto lo pagano giovani e donne.
Un Paese, infine, che non ha capito la forte valenza strategica dell’Ict, un settore in cui registra preoccupanti deficit culturali.

Un quadro fosco, a cui tante intelligenze, che pure abbondano nel nostro Paese, non vogliono arrendersi.
Riunendosi in think tank, come la Fondazione Think!, sottotitolo The Innovation Knowledge Foundation, creata e presieduta da Roberto Masiero, manager conosciuto e stimato a livello internazionale per la sua ultraventennale attività ai vertici di Idc.

Le considerazioni dell’inizio sono una sintesi del manifesto redatto da un comitato scientifico, formato da alcune personalità attive con vari ruoli nel mondo dell’innovazione.

Il manifesto ribadisce la volontà di muoversi su due direzioni: quello politico in senso lato, con l’obiettivo di affermare i valori di un paese normale, che crede nella modernità della tecnologia, nella competizione, nel merito, nell’onestà fiscale, nella rete come strumento idoneo a raccogliere “intelligenza civica” e supportarne l’impegno.

La seconda via è quella di un impegno diretto sulla creazione rapida delle condizioni di sistema necessarie perché le tecnologie della comunicazione e della condivisione diano anche in Italia i loro frutti.

Alcune priorità su cui la Fondazione si batterà?
Dal punto di vista politico, definire policy per favorire l’incontro di creatività e capitale, liberare la flessibilità dalla precarietà attraverso la definizione di un welfare della conoscenza, proporre norme atte a favorire accesso e condivisione della conoscenza prodotta nell’ambito della ricerca finanziata con fondi pubblici, ecc, da un punto di vista operativo, diffondere l’Ict nelle pubbliche amministrazioni, ri-qualificare l’industria Ict nazionale e favorirne l’internazionalizzazione, sviluppare iniziative verso i paesi in via di sviluppo, con una particolare attenzione all’area del Mediterraneo.

Come si vede, una visione sociale che non può prescindere da una diffusione forte e articolata della cultura Ict, in cui l’innovazione assume un ruolo determinante nello sviluppo umano.
A questo punto si capisce meglio il ruolo che vuole svolgere Think!, un istituto di ricerca internazionale e non-profit, che promuove la ricerca sul tema dell’Ict, delle tecnologie digitali e science-driven, e studia come queste possano promuovere l’innovazione e migliorare la qualità della vita nei paesi maturi, in quelli emergenti, e in quelli a basso sviluppo.

L’attività punta molto sulla individuazione di best-practice e casi di successo, sulla creazione di una mappa dell’innovazione, sulla promozione di eventi locali e internazionali, su briefing, workshop e barcamp, sulla organizzazione di programmi formativi e di conferenze in collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni locali e internazionali, sulla promozione e sul sostegno di programmi non-profit e per lo sviluppo umano basato sull’uso di tecnologie informatiche e digitali nei paesi emergenti e in via di sviluppo.

Le ricerche e i contenuti di Think! sono liberamente accessibili a chiunque, sotto una licenza “creative commons”, il sito della fondazione, dove sono già pubblicati gli eventi in programma tra il 2010 e il 2011, è www.thinkinnovation.org.

La fondazione di Masiero è collegata a Think! di New York, creata cinque anni fa, e sta sviluppando nuove partnership, tra cui quella con Itif-It & Innovation Foundation”, un think tank diretto da Rob Atkinson.

Non-profit, si diceva, ma la struttura, fatta soprattutto di volontariato, deve in ogni caso mantenersi. Per questo al sostanzioso fondo iniziale, già versato dai fondatori, Masiero conta di aggiungere donazioni e contributi volontari da parte di privati, fondazioni, sponsorship da aziende ict e di altri settori, banche.
E un appello finale a persone che offrano tempo, lavoro, talento, a tanta passione.
Perché, come dice Masiero, la passione cambia il mondo.

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