Il test di Adobe Photoshop CS

Il programma di riferimento per il digital imaging si rifà il look. Maggior integrazione e produttività le parole d’ordine del software che rimane indicato per i professionisti

gennaio 2004 Photoshop è senza ombra di dubbio il programma di
riferimento nel mondo del digital imaging. Anche Photoshop CS, come Illustrator
CS, pur facendo parte di entrambe le versioni della Creative Suite (standard e
premium) può essere acquistato singolarmente, ma il prezzo (1.270 euro
circa) e la complessità ne fanno più un prodotto destinato al professionista
(fotografo, web designer operatore pre-press) che all’utilizzatore domestico.

Le novità della versione CS sono rivolte principalmente a una maggior
integrazione con gli altri software delle Suite ma anche a una ottimizzazione
e velocizzazione dei flussi di lavoro. Ecco allora che con un clic nel menu
file si passa ad Illustrator o Indesign senza
perdite di tempo. Dalla barra degli “strumenti” si può caricare
velocemente ImageReady, il programma per il trattamento delle
immagini ottimizzate per il Web.

Il nuovo File Browser permette di cercare, organizzare e richiamare
con rapidità le foto in lavorazione, il tutto con l’aiuto di dettagliate
anteprime e dati informativi esaustivi. Da non trascurare la completa personalizzazione
dei comandi assegnabili a tasti funzione da tastiera.

Ma le novità vanno oltre la sola ottimizzazione e razionalizzazione:
ad esempio con Photoshop CS è ora possibile editare testo seguendo un
tracciato o una forma; è possibile creare direttamente documenti multipagine
in formato PDF. La nuova finestra di applicazione dei filtri permette di visionare
con immediatezza l’effetto finale sull’immagine. Sono stati implementati
nuovi filtri fotografici standard realistici. Novità assoluta invece
la possibilità di creare immagini con pixel non quadrati (per immagini
adatte a DVD, video, film) e la possibilità di esportare documenti, anche
multilivello, in formato Flash Macromedia.

La gestione del colore
La corretta gestione del colore delle immagini digitali è uno degli argomenti
più importanti e “ostici” da trattare. Qui si entra in un
settore molto tecnico, che merita alcune spiegazioni, esemplificate, aggiuntive.

Il colore di ogni pixel che compone un’immagine digitale viene espresso
da numeri.?Ad esempio: un’immagine digitale in RGB di 10×10 pixel è
composta in totale da 100 pixel (il pixel è l’unità più
piccola) e ogni pixel ha tre componenti primari (Red – Green – Blu).?

L’occupazione di memoria espressa in byte di questa immagine sarà
di 100×3 byte, dove ogni singolo byte esprime un valore compreso tra 0 e 255.
Da questo si può enunciare che il colore di ogni singolo pixel viene
espresso con una sequenza di tre numeri: ad esempio R=090, G=147, B=211. Inoltre
si deduce che il numero massimo di colori visualizzabili da un monitor (o televisore)
è di 256x256x256 cioè 16.777.216 colori.

A livello teorico, poiché un’immagine digitale è rappresentata
da numeri, gli stessi numeri dovrebbero produrre, anche su monitor diversi,
stessi identici colori. Uguale discorso anche per le stampanti (desktop o macchine
da stampa che siano). Uguali numeri, uguali colori, uguali stampe. La realtà
smentisce clamorosamente queste aspettative teoriche.

Per fare un esempio pratico: vi sarà capitato di entrare in un negozio
che abbia in esposizione, sintonizzati sullo stesso canale, diversi televisori.
Se la teoria dei numeri funzionasse, non si dovrebbero notare differenze cromatiche.Invece
le differenze si notano e in alcuni casi anche in modo molto evidente.

Ma perché succede questo? Perché i monitor sono uno diverso dall’altro
(diversi fosfori, diversi gamma, diversi bianchi) e gli stessi numeri producono
colori diversi. Per dare un significato univoco ai numeri, bisogna introdurre
come riferimento un determinato monitor (per una immagine RGB) o una determinata
stampante (per una immagine CMYK – Cyan Magenta Yellow Black). Solo allora l’immagine
digitale diventa un insieme di numeri coerenti. Quando l’immagine viene vista
sul monitor o sulla stampante di riferimento, appare corretta. Quando l’immagine
viene vista su un altro monitor, o un’altra stampante, i numeri non vanno più
bene e quindi vanno “adeguati”. In altre parole per avere gli stessi
colori è necessario modificare i numeri.

Tecnicamente questa operazione è detta conversione di colore
(che in realtà è una conversione di numeri). Nella conversione
di colore bisogna tener presente il Gamut (termine che indica
la gamma di colori riproducibili dal dispositivo di output).

Due monitor, anche di stessa marca e modello, hanno inevitabilmente due Gamut
diversi. Nel corso degli anni un monitor può avere un diverso Gamut,
che cambia anche al variare di luminosità e contrasto. Il Gamut di un
monitor è più ampio di quello di una qualsiasi stampante. Questo
significa che alcuni colori visualizzabili su monitor non sono riproducibili
fedelmente su carta.

Per la conversione di colore si utilizzano principalmente due tecnologie l’ICC
e il PCM. La prima, proposta dall’International Color
Consortium, può essere implementata nel sistema operativo (ColorSync
per Mac e ICM per Windows 98, XP e 2000), dal driver di stampa o dal software
(Photoshop). La seconda solo in fase di stampa.

Lo scopo delle due tecnologie, che non sono in conflitto tra loro, è
quello di permettere di ottenere effetti cromatici identici su periferiche diverse.
Una foto deve risultare identica sul monitor di casa, sul PC al lavoro o stampata
su carta.

Photoshop CS permette di impostare i propri profili ICC degli spazi di lavoro
(RGB, CMYK, grigi e spot) dal menu preferenze colore. I profili ICC sono validi
per i nuovi lavori e per documenti esistenti senza profilo allegato. Oppure
permette di aprire immagini con un profilo colore incorporato creato da dispositivi
diversi (fotocamere, scanner o altro).

Browser
La nuova finestra di dialogo Browser permette di esplorare agevolmente il contenuto
di un cd, dvd o cartella presente sul disco rigido. Tutte le immagini presenti
vengono visualizzate (parte centrale della foto qui sotto), e della eventuale
immagine scelta, vengono proposte un’anteprima più dettagliata
e le relative informazioni tecniche (nome file, metodo colore utilizzato, dimensioni
e così via).

Con la finestra browser è possibile eseguire ricerche di foto molto
più velocemente. Inoltre le immagini possono essere organizzate e ordinate
con chiavi di ricerca o con criteri personali, visualizzando solo quelle che
soddisfano i requisiti impostati.

Galleria filtri
Photoshop CS incorpora il “plug-in” Camera Raw
che permette l’acquisizione e la manipolazione di dati Raw provenienti
da fotocamere digitali. La Nikon D1 è stata la prima
fotocamera digitale ad avere la possibilità di esportare fotografie in
formato RAW. Tra le Nikon Coolpix la prima è stata la 5700.Oggi le migliori
fotocamere digitali consentono di accedere direttamente al formato Raw, che
è diverso e ha nomi diversi per ogni produttore (Nikon, NEF; Kodak, DCR;
Canon, CRW; Olympus, ORF; Fuji, RAF; Minolta, MRW).

Il formato Raw consente di avere il massimo livello di qualità che la
fotocamera digitale può fornire. Ma presenta anche svantaggi: lo scatto
Raw richiede più tempo per il salvataggio e occupa più spazio
di un JPEG (ma meno di un TIF).

Tra le altre novità della nuova versione di Photoshop segnaliamo: la
possibilità di trattare immagini di grosse dimensioni (fino a 300.000×300.000
pixel); il pieno supporto per foto a 16 bit per tutte le funzioni base; il ritaglio
e il raddrizzamento automatico della immagini; con PhotoMerge è possibile
creare automaticamente foto panoramiche assemblando, anche su livelli separati,
più scatti sequenziali; la visualizzazione dinamica degli istogrammi
per il controllo immediato delle modifiche apportate.

Caratteristiche tecniche
Produttore: Adobe www.adobe.it
Processore: Pentium III, 4 o MAC PowerPC G3, G4, o G5
Sistema operativo: Windows 2000 con SP3 o Windows XP, Mac OS
X dalla versione v.10.2.4 fino alla v.10.2.7
RAM: 192 MB (consigliati 256 MB)
Spazio su disco fisso: 280 MB -1,55 GB per l’intera Suite Premium
Monitor: a colori risoluzione 1024×768
Scheda video: 16 bit o superiore
Lettore: CD-ROM
Altro: è necessaria connessione Internet o telefonica
per l’attivazione prodotto

Pro
• E’ il programma di riferimento per il trattamento delle immagini
digitali
• Integrazione con tutti i software di grafica
• Veloce se supportato da hardware adeguato

Contro
• Costoso
• Necessita hardware potente

Prezzo
1.271 euro (IVA compresa). Aggiornamento: 299 euro

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