Il test di 13 mini hub USB

Un metodo facile ed economico per aumentare il numero di dispositivi collegabili al personal computer

21 gennaio 2004 I portatili moderni nascono già con un’ampia dotazione
di porte di comunicazione e anche sul fronte della connessione USB, quella più
ormai utilizzata, è comune trovare almeno due porte USB 2.0 se non addirittura
quattro. Tuttavia ci sono ancora in circolazione numerosi notebook con solo una
porta, magari USB 1.1, e anche quelli con due porte di più recente fabbricazione
talvolta stentano a trovare posto per tutte le periferiche che il mercato ci propone.

I mini hub provati in questa rassegna espandono il numero di componenti
collegabili
, suddividendo la capacità di una singola porta su
più dispositivi. Alla pari degli hub convenzionali per desktop, anche
qui abbiamo due grandi famiglie: gli hub che ricevono alimentazione dal computer
e quelli che invece dispongono di un alimentatore proprio.

Le due categorie si suddividono, poi, in dispositivi a velocità standard,
12 megabit per secondo come definito dalle specifiche USB 1.1,
e in dispositivi HI-SPEED, ossia capaci di trasmettere fino a un massimo di
480 Mbps, come indicato dalle specifiche USB 2.0.

Tutti i dispositivi USB 2.0 provati in questa rassegna sono compatibili con
porte e periferiche USB 1.1, naturalmente un hub HI-SPEED collegato a una porta
USB 1.1 funzionerà a 12 Mbps di velocità massima indipendentemente
dal fatto che alle sue porte siano collegate periferiche capaci di trasmettere
e ricevere a 480 Mbps.

Inoltre un dispositivo USB 1.1 collegato a delle porte di un hub HI-SPEED funzionerà
alla propria velocità massima di 12 Mbps anche qualora il computer a
cui l’hub è collegato disponga di porte ad alta velocità. Comunque
la presenza di un dispositivo lento su una delle porte di un hub veloce non
influenza la velocità delle altre periferiche che possono sfruttare il
flusso a 480 Mbps in modo indipendente. Viceversa, un hub lento collegato a
una porta veloce rallenta tutte le periferiche che vi sono collegate, portandole
a 12 Mbps indipendentemente dalla loro capacità nominale.

In sintesi è sempre meglio, dove il prezzo e il peso lo consentano,
acquistare un hub USB 2.0 anche qualora il nostro notebook non supporti tale
standard, poiché potremo comunque usarlo come hub USB 1.1 immediatamente
senza rinunciare a una possibile espansione futura verso USB 2.0. C’è
una sola riserva da tenere a mente in termini di compatibilità: le periferiche
composite a standard USB 1.1 (cuffie con microfono, Webcam con microfono, interfacce
MIDI) a volte non funzionano quando collegate a un HUB USB 2.0.

Quando e come usare l’hub
Un hub USB non aumenta realmente il numero di porte disponibili sul computer,
ma moltiplica il numero di dispositivi che possono condividere una singola porta.
Lo standard ammette sino a 127 dispositivi collegati, teoricamente, alla stessa
porta. Ciascun hub contiene, di solito quattro porte, ma può essere collegato
in cascata con altri. Tuttavia nella pratica esistono una serie di vincoli pratici
che riducono fortemente il numero di periferiche collegabili alla stessa porta
e che talvolta impediscono del tutto l’uso di un hub.

In primo luogo, bisogna valutare se la periferica abbia bisogno d’interagire
intensamente con il computer
, come nel caso di un modem, di un’interfaccia
di rete, di un dispositivo audio e video (webcam ad esempio), in tal caso è
consigliabile oppure obbligatorio usare una porta dedicata al fine di evitare
che gli inevitabili ritardi generati attraverso l’hub compromettano il funzionamento
del dispositivo. Nel caso di dischi fissi, unità removibili esterne o
fotocamere digitali si può usare l’hub, ma con una certa precauzione.
Con un hub 1.1 di vecchia generazione ci è capitato di perdere il contenuto
di una Compact Flash perché il lettore aveva perso il sincronismo col
PC nella fase di trasferimento dati. Dunque, ovunque possibile, colleghiamo
i dispositivi critici a una porta USB dedicata e usiamo l’hub per riunire sull’altra
porta mouse, stampante, scanner e via dicendo.

La seconda considerazione riguarda i consumi: nel caso in
cui le periferiche collegate richiedano un’alimentazione importante, è
necessario scegliere un hub con alimentatore proprio, perché la singola
porta del PC non riuscirebbe a erogare abbastanza corrente da reggere più
di un dispositivo a pieno carico. Fortunatamente, diversi hub di questa prova
offrono la caratteristica di funzionare in entrambe le modalità (alimentati
da PC o con alimentazione propria), così che non dovrete portarvi appresso
un trasformatore aggiuntivo quando non sia necessario.

In generale, scegliete alimentatori che forniscano almeno 450 mA:
servono 100 mA per l’inizializzazione di ciascuna periferica alla partenza,
inoltre 500 mA è l’assorbimento massimo previsto dallo standard per una
periferica singola. Infine, tutti i dispositivi provati vengono riconosciuti
e installati automaticamente da un computer equipaggiato con Windows XP e tutti
consentono la rimozione e l’inserimento a caldo dei dispositivi collegati (hot
swap). Di seguito le principali valutazione di ciascun modello provato. La tabella
riepilogativa con le caratteristiche tecniche e i prezzi si può scaricare
da questa
pagina
.

Adaptec XHUB 2.0
È il più piccolo della serie ed è anche il più leggero
tra gli hub USB 2.0 provati in questa rassegna. Incorpora due porte e un cavetto
lungo quel tanto che basta per essere pratico, senza incidere sul peso. Prende
la propria alimentazione dal PC e non può avere un alimentatore proprio.
Il prezzo è un po’ alto (16 euro a porta), ma l’oggetto è veramente
comodo.

Digicom Hub USB 2.0
Richiede obbligatoriamente l’uso del suo trasformatore di alimentazione il che,
unitamente alle dimensioni non ridottissime del dispositivo, porta volume e
peso a un livello alto per la categoria. Più adatto per un impiego stanziale
che non per l’uso itinerante. L’alimentatore ha una potenza ridotta rispetto
al peso. Il cavo di collegamento è di alta qualità e certificato
USB 2.0.

Kensington MiniHub USB 1.1 SLIM
Compattissimo e leggero ha il solo difetto di essere USB 1.1 e dunque abbastanza
caro rispetto al Typhoon che offre caratteristiche analoghe a un terzo del prezzo.
Utile la disponibilità di spie individuali per ciascuna porta, assenti
dal Typhoon. Il cavo fisso di 4 cm è il minimo indispensabile per realizzare
una connessione. Non dispone di alimentazione propria.

Kensington MiniHub USB 2.0 SLIM
Piccolo e pratico: in 50 grammi di peso riunisce 4 porte USB 2.0, ciascuna con
Led dedicato. La possibilità di un alimentatore esterno (non fornito
nella versione in prova) lo rende adatto anche per pilotare periferiche ad alto
assorbimento. Il piccolo cavo in dotazione è compensato dalla presenza
di una prolunga di alta qualità certificata USB 2.0. L’unico difetto
è il prezzo.

Trust 4 port compact USB 2.0 Hub e Power Hub
Si tratta di due modelli gemelli la cui unica differenza è la presenza
di un alimentatore nel Power Hub che abbiamo premiato per versatilità
e praticità. Estremamente compatto nella forma, questo hub sta comodamente
in tasca e può funzionare senza il proprio trasformatore qualora le periferiche
lo consentano, riducendo in tal modo il peso complessivo.
La prolunga di un metro è estraibile e perciò può essere
sostituita con qualsiasi altra prolunga USB 2.0 standard più corta, se
si vuole ridurre ancora di più peso e ingombro. Manca la segnalazione
di collegamento per le singole porte, ma il prezzo è sicuramente ottimo.
In dotazione su entrambi i modelli una piccola borsa per contenere l’hub.

4P Crystal hub USB 1.1 e 2.0
Con una forma che richiama la sagoma di un mouse, questi mini hub USB 1.1 e
USB 2.0 sono leggeri e pratici nell’uso. Il cavo fisso di 90 cm permette di
lavorare in qualsiasi situazione e incide poco sul peso che rimane uno tra i
più bassi. Entrambi dispongono della presa per alimentatore esterno che
viene fornito di serie nel modello USB 2.0. Entrambi possono comunque funzionare
senza alimentatore nel caso in cui le periferiche lo consentano. Il prezzo è
abbastanza conveniente.

Sitecom USB 2.0 Hub
Un hub per uso stanziale considerando il peso, le dimensioni e l’obbligo di
utilizzare l’alimentatore esterno. Le caratteristiche sono analoghe al Digicom
salvo che per l’alimentatore che, a fronte di un peso simile, offre una potenza
quasi doppia e adeguata alle necessità. Il cavo di collegamento è
di alta qualità e certificato USB 2.0.

Typhoon USB HUB 2.0
Economicissimo e per uso unicamente stanziale. Questo è l’unico hub della
serie a montare un alimentatore da 2,1 ampere, il che significa che può
erogare 500 mA per ciascuna porta, il massimo che una singola periferica senza
alimentazione propria possa assorbire. Ciò impatta naturalmente sul peso
del trasformatore, ma in modo meno che proporzionale rispetto all’aumento di
potenza. Considerato il prezzo, è l’opzione da scegliere per l’impianto
di casa o di ufficio, da affiancare con un dispositivo portatile.

Typhoon USB Mini HUB
Compattisimo e leggero questo dispositivo risolve le necessità di espansione
per i notebook di vecchio tipo con un costo imbattibile. Il formato a stella
rende agevole l’inserimento delle spine delle varie periferiche e il cavetto
fisso di 80 cm è adatto per la maggioranza delle situazioni.

Vivanco Mobile USB Hub
Formato "coltello a serramanico", questo hub offre 4 porte USB e un
cavetto fisso retrattile che entra ed esce su comando di un pulsante a scorrimento
sul dorso. Una soluzione originale affiancata da un prezzo basso anche grazie
all’assenza di spie di segnalazione.

Vivanco USB 2.0 Hub Crystal
Alla pari del Trust Power Hub, rispetto al quale costa cinque euro in meno,
questo mini hub offre la massima versatilità: piccolo e compatto funziona
con alimentatore o senza a seconda del tipo di periferica e permette dunque
di ridurre al minimo il peso da trasportare. Il cavo da 1,8 metri è estraibile
e può essere sostituito all’occorrenza con un cavo USB 2.0 standard più
corto e più leggero. Prezzo ottimo.

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