Il supercomputer che dialoga con l’uomo

Una delle tecnologie che potrebbero rivoluzionare il rapporto uomo-macchina e potrà avere un impatto diretto sul trattamento e l’interpretazione di grandi quantità di informazioni si chiama Watson ed è stata sviluppata nei laboratori di ricerca di Ibm. …

Una delle tecnologie che potrebbero rivoluzionare il rapporto uomo-macchina e potrà avere un impatto diretto sul trattamento e l’interpretazione di grandi quantità di informazioni si chiama Watson ed è stata sviluppata nei laboratori di ricerca di Ibm.
La tecnologia si basa su una serie di algoritmi che possono analizzare il linguaggio naturale e capire
se i risultati elaborati abbiano buone possibilità di essere corretti.
Sviluppato nei laboratori
“Thomas Watson” di Yorktown Heights, Watson mette insieme varie tecnologie Ibm.
L’hardware del primo modello occupa dieci rack di blade server Power750 (2.880 core per 90 macchine
in tutto). Il software
è costruito sulla base dell’architettura Uima (Unstructured information
management application).
Al suo fianco opera un software denominato Deep Q&A, in grado di comprendere e analizzare
il linguaggio reale.

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