Il Sistri cancellato dalla manovra finanziaria

Abolite le norme che avevano avviato il nuovo e criticatissimo sistema di tracciabilità dei rifiuti, che dovevaa essere operativo da settembre. Non è ancora chiaro come sarà risolto il problema delle imprese che hanno già pagato l’iscrizione e versato i relativi contributi.

Il rientro dalle vacanze di Ferragosto è stato segnato da un’importante novità: l’abolizione del Sistri, il criticatissimo sistema di tracciabilità dei rifiuti, che sarebbe dovuto partire, a scaglioni, con l’inizio di settembre.

Il Sistri aveva preso il via nel 2009, su iniziativa del ministero dell’Ambiente, al fine di conferire una migliore tracciabilità alla movimentazione a livello nazionale dei rifiuti speciali (che rappresentano l’80% di quelli prodotti) e di combattere dunque i traffici illeciti. Non a caso proprio il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, paladina in prima persona della nuova normativa, anche nei suoi momenti più difficili, ha criticato senza mezzi termini la mossa definendola come un vero e proprio “regalo alle ecomafie”. Di parere opposto sono le principali associazioni delle circa 300mila imprese coinvolte, in particolare quelle del settore autotrasporto. La Fai Conftrasporto non nasconde la propria approvazione, osservando in una nota che “nessuno ha fatto alcun regalo alle ecomafie che, anzi, sarebbero probabilmente state favorite da un sistema farraginoso e complicatissimo da gestire per le piccole e medie imprese”.

Basata su una dotazione di scatole nere da installare su tutti i camion trasportatori e su un sistema informatico di gestione dei dati, la procedura aveva già dato parecchi problemi a causa di evidenti malfunzionamenti in fase di test e per via delle complicazioni burocratiche e dei costi a carico delle imprese; a seguito delle proteste delle aziende, dunque, il suo avvio era  stato rimandato prima dell’estate. Ora però per il Sistri si tratta di qualcosa di più che di uno slittamento.
Il decreto 138/2011 del 12 agosto, quello della manovra bis, lo ha infatti cancellato, tout court, abrogando a effetto immediato tutte le norme relative emanate a partire dal 2006. Nello specifico, è stato abrogato il D.m. 17 dicembre 2009, istitutivo del Sistri, i successivi decreti correttivi e il D.m. 18 febbraio 2011 n. 52, cioè il “Testo Unico Sistri” che riprendeva le norme pregresse degli anni precedenti.

Con l’abolizione del Sistri resterà in vigore l’attuale sistema di gestione “manuale” dei rifiuti speciali: registro cartaceo di carico e scarico, formulari di trasporto e il Mud, Modello Unificato di Dichiarazione annuale dei rifiuti. Non si sa ancora come sarà risolto il problema delle imprese che hanno già pagato l’iscrizione al sistema e versato i relativi contributi.
Va detto che il provvedimento è in attesa di conversione definitiva in legge e in fase di presentazione degli emendamenti potrebbe accadere di tutto. Ma la premessa fondamentale è che mancano i fondi per la sua attuazione, quindi difficilmente si potrà ritornare sui binari che l’iter nel suo complesso prevedeva.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome