Il Senato approva lo Statuto delle Imprese

Dopo un anno di attesa, passato il vaglio. Ora gli imprenditori sperano in una rapida approvazione definitiva per vedere risultati concreti, come la certezza che trascorsi 30 o 60 giorni scattino sanzioni e indagini dell’Antitrust per Pubblica Amministrazione e privati “cattivi pagatori”.

L’attesa è durata più di un anno. Ma ora, finalmente,
è arrivata l’approvazione del Senato dello Statuto delle Imprese. Un passo
importante è stato compiuto, però rimane un altro scoglio da affrontare: l’approvazione
definitiva in Parlamento. E gli imprenditori si augurano che si arrivi
rapidamente a una conclusione per beneficiare più presto degli effetti del
provvedimento.

“Non vorremmo
– afferma il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – che allo Statuto toccasse la sorte di altre
normative, come per esempio quello sulla tutela del made in Italy che,
approvate all’unanimità dopo un lungo ‘parcheggio’ in Parlamento, non è mai
entrata in vigore
”.

Confartigianato
– sottolinea Guerrini – ha fortemente
sollecitato le disposizioni contenute nello Statuto e, fin dall’inizio, ha
fornito un contributo di proposte all’Onorevole Raffaello Vignali, primo
firmatario dello Statuto delle imprese. Proprio per questo ne vogliamo vedere
immediatamente i risultati concreti. Ad esempio nella regolamentazione che
anticipa la direttiva europea in tema di ritardi di pagamento. I nostri
imprenditori hanno aspettato anche troppo: vogliono essere certi che trascorsi
30 o 60 giorni scatteranno sanzioni e indagini dell’Antitrust per la Pubblica Amministrazione
e per i privati cattivi pagatori
“.

Per Guerrini è altrettanto importante attuare al più presto il principio
fissato dallo Statuto sulla proporzionalità nell’introduzione di nuovi
adempimenti in base alla dimensione e al settore merceologico dell’impresa.

I tempi lunghi della politica
– conclude Guerrini – non compromettano l’efficacia di
disposizioni ‘rivoluzionarie’ che finalmente riconoscono il ruolo economico e
sociale delle micro e piccole imprese che rappresentano il 94,7% delle imprese
italiane, il 58,5% della forza lavoro e contribuiscono per il 60% alla
ricchezza prodotta nel Paese
”.

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