Il quinto “gran rifiuto” di PeopleSoft

Il board direttivo per la quinta volta ha detto no. Ora tocca agli azionisti.

Questa volta potrebbe essere davvero il “gran rifiuto”.
Se gli azionisti
di PeopleSoft seguiranno le decisioni del board direttivo e se
Oracle manterrà fede a quanto dichiarato, vale a dire che
questa sarebbe stata l’ultima offerta, il quinto “no” potrebbe essere davvero
quello definitivo.
Nella giornata di ieri il board di PeopleSoft ha
rifiutato, per la quinta volta, la proposta di acquisizione fatta da Oracle,
sostenendo che l’azienda vale ben più dei 24 dollari ad azione che Larry Ellison
sarebbe disposto a pagare.
Adesso la parola, o la decisione, è tutta in mano
agli azionisti.
Se almeno la metà di loro accetterà la proposta – cosa che la
stessa PeopleSoft ammette sia tutt’altro che improbabile – Oracle andrà fino in
fondo. Altrimenti un anno e mezzo di sforzi non avrà condotto a nulla. E lascerà
cadere la proposta.
La scadenza è fissata al 19 di novembre ed è chiaro che
in questi giorni l’impegno principale del board di PeopleSoft sarà quello di
convincere gli azionisti a non cedere, facendo leva non solo sul tasto
dell’effettivo valore della società, ma anche sulle prospettive di crescita
attese per il futuro. E parla di un incremento del 10% nel fatturato,
accompagnato da un aumento della marginalità dal 16 al
20%.

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