Il piercing tecnologico, un chip Rfid

Negli Stati Uniti prende piede una nuova tendenza. Ci si impianta un processore sottopelle per avviare un pc o aprire una porta sfiorandoli con la mano

Chiamarla ultima moda è forse un po’ troppo. Però non è azzardato pensare che fra qualche tempo i ragazzini invece del piercing ai genitori chiederanno di potersi installare un chip sottopelle.
L’estetica non ne risente e in più sfiorando con una mano uno specifico dispositivo si potrà aprire una porta, avviare un computer o ricevere l’autorizzazione per accedere a informazioni riservate. Tutto questo grazie alla tecnologia Rfid (Radio
frequency indentification), che consente il riconoscimento dell’identità un
utente tramite la radiofrequenza.


Alla base del sistema c’è la necessità di farsi impiantare sotto la cute un particolare processore delle dimensioni di alcuni millimetri. Chi
l’ha fatto giura che si tratta di un’operazione che non dà nessun tipo di
problema. Anzi, come afferma Mickey Sklar, uno dei più strenui sostenitori di
questo tipo di applicazione dell’Rfid, “fornisce una sorta di potere magico, che
ti consente di aprire le porte o accendere i computer semplicemente sfiorandoli
con una mano”
.


Come riportato su The “Tagged” Rfid implant forums (http://tagged.kaos.gen.nz), il blog in cui
gli “impiantati” si scambiano informazioni, suggerimenti e opinioni, sono già
alcune decine le persone che hanno deciso di seguire l’esempio di Sklar (nella
grande maggioranza negli Stati Uniti). Ma molte altre chiedono informazioni a
riguardo, lasciando trasparire una forte intenzione a percorrere la stessa
via.


Per rafforzare le proprie affermazioni, Sklar e gli altri che hanno già
provveduto a impiantarsi il processore, propongono una serie di immagini o gli
interi filmati delle operazioni a cui si sono dovuti sottoporre. Sklar ha scelto
di affidarsi a un medico ma alcuni addirittura si sono rivolti a persone che con
la professione medica non hanno nulla a che fare, come per esempio dei
tatuatori.


In pratica, sembra di trovarsi di fronte alla nascita di un fenomeno che, per
come si sta sviluppando, potrebbe essere visto come l’evoluzione tecnologica del
piercing. Con la differenza però che in questo caso l’impianto del chip non
fornisce alcun beneficio estetico ma la possibilità di comandare a distanza
certi dispositivi elettronici.


Questo è reso possibile da una semplice modalità operativa: quando avvicinato
a uno specifico trasmettitore/ricevitore, il chip installato sotto la pelle
riconosce il segnale emesso e a sua volta ne genera uno contenente diverse
informazioni, compreso l’identificativo della persona. A questo punto il
trasmettitore/ricevitore riconosce l’utente e l’abilità a compiere una serie di
operazioni, come appunto accendere un computer o aprire una porta.


Il costo del chip è di un paio di dollari mentre quello del
ricevitore/trasmettitore è di una cinquantina di dollari. Per ora sono state
realizzate applicazioni per computer Macintosh o con sistemi operativi Open
Source. Ma sembra sia in via di completamento anche il codice da usare con i Pc
Windows, fatto che allargherebbe notevolmente il potenziale bacino di utenza di
questo particolare impiego dell’Rfid. Per altro c’è anche chi sta già pensando
di estenderne l’impiego nei sistemi di apertura e di avviamento delle
automobili.

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