Il p2p legale in Spagna? Sì, ma come rete

Mentre a Madrid si vara una normativa anti-pirateria, a Barcellona il tribunale distingue tra link e file ma i cronisti sparano titoloni. L’Europa cerca armonia sul diritto d’autore.

“Il p2p legale in Spagna” è la notizia rimbalzata dalla penisola iberica in molti Paesi, Italia compresa, con titoli molto forti e con il senso della vittoria della resistenza contro i cattivi governativi. Continuando una tradizione di toni forti che oppongono la Rete al resto del mondo, per la maggior parte i commentatori hanno parlato di “sentenza storica”.
Così però non è e qui converrà far chiarezza con i fatti. Ovviamente addentrarsi in questioni sull’ordinamento legale è complesso sul suolo italiano, sul suolo ispanico e ancor più nelle armonizzazioni del diritto comunitario, per cui sarà necessario limitarsi a pochi fatti e molto precisi.

La guerra di Jesús
Il fatto in sé è la “non chiusura”, grazie alla sentenza 67/10 firmata il 9 marzo dal magistrato Raúl N. García, titolare del Mercanitle n.7, di un sito accusato dalla Sgae (la Siae spagnola) di mettere a disposizione download illegali in p2p. La notizia corretta è stata riportata da El Mundo.
E’ noto che in Spagna il p2p non è un crimine in sé, ma si legge che il governo Zapatero si sta attrezzando per agire contro il p2p, dando ai controllori nuovi poteri esecutivi come la chiusura di siti senza passare per l’autorità giudiziaria, come sempre con una forte opposizione.
Per capire l’essenza della notizia senza leggere decine di fogli in spagnolo sembrano necessari due tipi di letture della notizia. Partiamo dal fatto in sé. Il sito incriminato ha il particolare nome “L’angolo di Gesù”, giustificato dal nome del proprietario, Jesús Guerra. Il suo sito non ospita files bensì solo link e in Spagna ciò non è equivalente né al p2p né all’istigazione al p2p; inoltre il sito non ha scopo di lucro e questo lo metterebbe al riparo da ulteriori azioni legali.
Quindi il fatto non è una prima legittimazione del p2p, bensì la liceità (in Spagna) della pubblicazione senza scopo di lucro di link a siti p2p.

La Rete e i contenuti
Per spiegarci il risalto dato alla notizia veniamo alla seconda lettura. Scorendo il pezzo di El Mundo molti commentatori hanno trovato esplosivo il titoletto “El p2p es legal”. Varrà la pena di ricordare anche che tecnicamente il p2p è una gestione della rete nella quale ogni nodo è al contempo ricevente e trasmittente, client e server, assolutamente neutra rispetto all’uso che se ne fa. E’ questo concetto, insieme ad un’interpretazione della copia non collettiva senza scopo di lucro, alla base della decisione di García.
Per quanto riguarda il diritto d’autore, però, c’è un indirizzo generale europeo volto ad amalgamare le legislazioni vigenti. In questa direzione vanno sia la Ley Sinde spagnola, sia il Digital Rights Bill britannico, come pure la legge Hadopi approvata qualche mese fa in Francia.
Neanche le leggi, locali o comunitarie, sono definitive; né l’eventuale uniformità di una normativa euroccidentale avrebbe gran rilievo, perché il mondo è grande e del tutto disomogeneo anche legislativamente. E gli esperti dubitano fortemente che il p2p riduca le vendite.

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