Il nuovo ruolo del CFO? Un imprenditore di efficienza

Anche nel nostro Paese, i direttori finanziari si stanno ritagliando il ruolo di “integratori di valore”. I risultati di una ricerca IBM e Sda Bocconi.

Ibm e Sda Bocconi School of Management hanno realizzato la ricerca “Amministrazione, Finanza e Controllo: Costo o Valore? Come trasformare la funzione Afc nell’impresa italiana“, condotta sui CFO italiani di oltre 100 imprese medio grandi.

Lo studio rivela che anche nel nostro Paese il ruolo del CFO come “imprenditore di efficienza” e integratore di valore rappresenta il fattore chiave nei cambiamenti della funzione Afc (Amministrazione Finanza e Controllo), pur in presenza di alcuni elementi che ne limitano il potere organizzativo e decisionale in azienda.

La ricerca italiana trae spunto dalle evidenze emerse nella IBM CFO Survey 2010, condotto su oltre 1.900 CFO a livello globale, con l’obiettivo di comprendere le caratteristiche della funzione Afc e il ruolo dei CFO nelle imprese italiane.

Con questionari e il confronto in focus group si è potuto valutare quanto i risultati della ricerca mondiale fossero applicabili alle aziende del nostro Paese e, soprattutto, quali fossero i principali driver di cambiamento della funzione Afc.

Emerge che l’integrazione informativa, cioè la gestione coerente dei dati provenienti dalle diverse componenti di un’organizzazione e la loro trasformazione in informazioni utili per il business è vista dai CFO come chiave per l’efficienza amministrativa e per l’integrazione organizzativa per la competitività.

Il CFO svolge un ruolo cruciale in termini di misurazione e controllo delle performance, ma diventa anche protagonista, insieme alla funzione Afc, delle strategie finalizzate a una maggiore efficienza nei processi, alla gestione del rischio, alla riduzione dei costi a livello globale e all’ottimizzazione del costo del capitale.

Ma questa centralità del ruolo non sempre si accompagna ad un’uguale incidenza della funzione Afc e del CFO sui processi di business e sulle decisioni chiave nelle aziende italiane.
Solamente il 60% delle aziende del campione possiede una funzione amministrazione, finanza e controllo che riassume al suo interno tutte queste competenze.

Spesso nelle aziende medio-piccole, inoltre, si hanno CFO dall’età media elevata, con un turnover nel ruolo che si attesta attorno ai 14-15 anni.

In quest’ottica la ricerca fornisce alcuni punti su cui focalizzarsi per conseguire un incremento della visibilità del Finance e del ruolo.

Si parte da un’evoluzione della funzione finance che assicuri una maggiore integrazione informativa e un’aumentata efficacia dell’informazione rispetto al business.
Ciò è facilitato dall’adozione di tecnologie (Erp) che automatizzino la funzione amministrativa e permettano al Finance di concentrarsi sull’analisi di business, grazie a strumenti adeguati di analytics.

Servono indicazioni puntuali al top management riguardo alle aree in cui si genera cassa, dove si può investire e in che misura.

Utili anche un presidio costante ed efficace dell’analisi degli investimenti e del credit management e un’integrazione dei meccanismi di planning e budgeting con quelli di risk management.

Importante è l’investimento sulle persone, sullo sviluppo e gestione dei talenti nel Finance.

Una sfida, per IBM, che può essere affrontata attraverso un ripensamento dell’integrazione tra sistemi, processi e risorse che costituiscono la funzione Afc.

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