Il numero dell’It

Il pragmatismo del mondo tecnologico è una costante. Ovvero, note a margine dell’accordo tra Oracle e Sun.

Delle tante considerazioni fatte riguardo l’acquisizione di Sun da parte di Oracle ne manca una, che facciamo ora, ed è sul numero degli attori dello scenario It globale.
Senza troppo dilungarsi sui determinanti del percorso di concentrazione in atto nel mercato tecnologico da diversi anni, è interessante soffermarsi su quale sia la cifra esatta dei componenti il gotha dell’It mondiale.

Da quante sedie è fatto il tavolo di chi stabilisce le grandi tendenze che governano la tecnologia?
Dieci?
Meno?

Oramai siamo in quest’ordine di grandezza. Non facciamo nomi perché tutti li conosciamo, ma si fa fatica ad arrivare alla doppia cifra se si vuole annoverare creatori e fornitori di tecnologia che possano competere in tutti i continenti allo stesso modo, fornendo identici servizi alle aziende e che siano contraddistinti da valori economici elevati.

Un parallelo spontaneo ci porta al mondo bancario, che ha vissuto con tempi e modalità differenti un percorso di concentrazione simile. Ma ci fermiamo qua, non volendo imbastire ipotesi basate sulle dinamiche che hanno riguardato il comparto da due anni a questa parte.

Siamo convinti che quello dell’It non sia un mondo fatto di subprime. Essendo la tecnologia una cosa “solida” il rischio se c’è si vede subito e non fa venir voglia di scommetterci. In passato chi lo ha fatto (all’epoca della new economy) ha cambiato mestiere.

Vero, l’It mondiale oggi è un governo di pochi, ma che a dispetto di ciò pare non abbiano intenzione di imporre il proprio tallone. Social networking è loro comune verbo, 2.0 il loro numero preferito: tutti guardano all’utente tecnologico come al loro miglior patrimonio, che si guardano bene dal depauperare o dal prosciugare.
L’It non è la finanza.

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