Il monito dall’UE: basta tergiversare sulla banda larga

Ben 14 Paesi UE hanno chiesto di rinviare l’uso delle frequenze a 800 MHZ per motivi eccezionali. Ma la Kroes tira loro le orecchie.

La liberazione della banda a 800 MHz è uno step fondamentale per aumentare la diffusione dei servizi wireless a banda larga 4G LTE.
Questo
spettro di frequenze ha infatti la capacità di supportare la
banda larga wireless in un paese intero, senza eccezione per le zone più
rurali o isolate.

Per tale ragione risale al 2010 la decisione
della Commissione europea di armonizzare la banda a 800 MHz in tutti gli
Stati Membri, fissando la scadenza al 1° gennaio 2013.

Tuttavia, non rispettando quest’ultima, ben 14 Paesi UE hanno chiesto di rinviare l’uso di tali frequenze a causa di motivi eccezionali. 
Una
conseguenza dei ritardi è che i telefonini non sono pienamente
operativi a livello europeo, a causa della mancata inclusione negli
stessi dei chip radio necessari per collegarsi.

Solo a nove Stati membri sono state tuttavie concesse deroghe temporanee, ovvero a Spagna, Cipro, Lituania, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Romania e Finlandia.

Kroes: «che sia l’ultima volta»

«Una concessione pragmatica che sarà anche l’ultima», come dichiarato in una nota dal Vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes.
Infatti, come sottolinea ulteriormente «ogni
ritardo nella liberazione dello spettro radio danneggia la nostra
economia ed è frustrante per i cittadini. Per questo motivo la riforma
dello spettro sarà al centro della proposta per un mercato unico delle
telecomunicazioni che la Commissione presenterà a settembre»
.

Nel caso di Grecia, Lettonia e Repubblica Ceca si è resa invece necessaria una valutazione supplementare.

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