Il mondo è nel cloud

Quando una tecnologia diventa pensiero unico.

Il Chief software architect di Microsoft, Ray Ozzie, durante la Professional Developer Conference di Los Angeles ha avviato le operazioni di varo della piattaforma Azure, praticamente il cloud della società, che sarà online da gennaio e operativa da febbraio, basandosi su data center in tutto il mondo, di cui due in Europa.

Contestualmente, a Monaco di Baviera, Fujitsu ha tagliato il nastro delle infrastrutture erogate sotto forma di servizio Infrastructure-as-a-Service, che abilitano la creazione di cloud privati, già fruibili tramite portale. Nel mentre, a San Francisco, Salesforce ha dato il via a Dreamforce 2009, conferenza quest’anno versata totalmente sul cloud, con la partecipazione di Adobe, Google, Twitter e anche dell’ex Segretario di Stato statunitense Colin Powell.

Poco prima Ibm aveva presentato un ambiente di cloud computing privato per la business analytics, Blue Insight, che, basato sui propri mainframe, raccoglie dati da più datawarehouse e li rende disponibili all’ecosistema Ibm.

Il cloud computing, insomma, è il tema totalizzante del momento e coinvolge tutto il mondo. Al netto delle innovazioni che caratterizzano il mondo mobile, ci pare essere il primo caso di tecnologia globale che obbliga i fornitori a “sincronizzare gli orologi” in un contesto amplificato e organizzato, nel quale per l’utente trovare elementi di differenziazione non sarà impossibile, ma sicuramente meno facile.

Prove tecniche di pensiero unico dell’It o percorso di efficienza ben orchestrato? Staremo a vedere. Di sicuro, come rivela una recente ricerca europea commissionata da Colt, un manager su due non ha ancora ben chiaro cosa sia realmente il cloud computing. È necessario, allora, che “la nuvola”, anche per il suo bene, si diradi un po’.

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