Il futuro è mobile, parola di Nokia

Totale fiducia sul futuro dei servizi mobili a valore aggiunto, soprattutto se alla base vi saranno localizzazione e “timing” per l’utente. Il costruttore finlandese propone a operatori di telefonia e a Isp una piaffatorma per realizzarli

Con la ferma convinzione che l’avvento dei telefonini 3G segnerà il successo dei servizi avanzati per il mobile Internet, Nokia pone al centro dei propri obiettivi l’architettura per realizzarli, destinata agli operatori di telefonia mobile, a Isp o a grandi aziende.


La proposta si chiama mPlatform e consiste in un ambiente che consente di offrire contenuti a valore aggiunto, grazie alla realizzazione delle cosiddette mobile Internet application. Il concetto prevede che sia creato un portale mobile con informazioni continuative, fruibili utilizzando un’unica navigazione (senza, cioè, dover entrare e uscire da un’applicazione). “Ad oggi – ha commentato Pierpaolo Gigliotti, direttore vendite per il comparto Mobile Internet Applications di Nokia per il Sud Europa – l’unica esperienza reale nel mondo è quella di i-Mode in Giappone, che tra l’altro conferma il grande peso che l’entertainment avrà tra i servizi”. Ma c’è di più. Il portale deve anche essere attivo, in grado cioè di “imparare” dal tipo di navigazione e dai dati già inseriti dall’utente. Un tipico esempio di tale peculiarità è la prenotazione di un volo aereo, per la quale l’applicazione dovrà proporre all’utente, come prima scelta, l’aeroporto di partenza da lui generalmente utilizzato.


mPlatform, in sostanza, è un middleware che consente di condividere dati attraverso differenti applicazioni e di distribuirli ai terminali mobili, attraverso qualsiasi rete telefonica mobile (dagli attuali Gsm e Gprs fino all’Umts). A parte le questioni della banda attuale e futura, l’utente non dovrebbe più preoccuparsi del tipo di terminale wireless né della piattaforma operativa da cui accede. Il controllo, il monitoraggio e la personalizzazione sono affidati all’operatore, mentre gli sviluppatori dovrebbero essere incentivati nella creazione di nuove applicazioni grazie al fatto che Nokia ha reso pubbliche le Api. Anzi, l’idea della società finlandese è proprio quella di approdare a un portafoglio di applicazioni certificate per mPlatform.


“Non esiste una killer application che garantisca il successo dei servizi a valore aggiunto – ha dichiarato Gigliotti -. La chiave sarà la capacità di combinare diverse tipologie in maniera facile e trasparente per l’utente finale, condizioni che il Wap non è riuscito a soddisfare”.


In sostanza, quello che ci dovremo aspettare sarà un cocktail di applicazioni, ma con due punti in comune che hanno particolare rilevanza per l’individuo: la localizzazione e il timing che, traducendo, significa personalizzazione a livello del singolo utente mobile. Un ottimo esempio, a tal proposito, è la notificazione sul telefonino del film di immediata proiezione, presso il cinema vicino al quale una persona sta transitando.


Nokia ha individuato quattro aree primarie per lo sviluppo di applicazioni mobile Internet. L’area della personal communication, che comprende chat, e-mail o servizi di messaging unificato; praticamente, quella dominata dagli attuali Sms, con l’aggiunta di servizi di produttività personale come i mobile calendar. Una seconda, importante, è l’entertainment, seguita da servizi informativi di news o da quelli che utilizzano database (relativi, per esempio, a elenchi di ristoranti o rubriche telefoniche) e, infine, dall’ m-commerce. Quest’ultimo trend, secondo Nokia sarà vincente, nonostante l’esortazione alla cautela recentemente manifestata da alcuni analisti. A supporto del proprio credo, il produttore nord europeo riporta le previsioni Ovum 2000, secondo le quali nel 2005 ci saranno a livello mondiale oltre 400 milioni di utenti che effettueranno transazioni dal telefonino, generando un valore per il mobile commerce pari a 195 miliardi di euro. Ma il fronte è aperto per qualsiasi comunicazione di tipo personale che integri l’utilizzo di voce, dati, immagini, anche per le interazioni di tipo business tra un’azienda e i propri dipendenti mobili.

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