Il futuro dell’Eai all’insegna della Event driven architecture

I prossimi anni segneranno il passaggio da un’architettura orientata ai servizi a una guidata dagli eventi. Un cambiamento di prospettiva che dovrebbe agevolare la predisposizione delle infrastrutture idonee a favorire una revisione dei processi nell’ottica dell’e-business.


Ricondurre a unità le isole applicative è una necessità di tutte le aziende che decidono di adottare una strategia di reazione in tempo reale alle sfide del mercato. Parlare di e-business significa sostanzialmente tarare su una dimensione di disponibilità continua i dati e le applicazioni, che potranno, in questo modo, grazie al veicolo Web, essere immediatamente disponibili, facilitando i processi aziendali. Occorre adottare approcci che modifichino radicalmente le modalità di coesistenza dei diversi layer applicativi e delle differenti infrastrutture adottate in azienda. Diverse sono le alternative possibili. Nel corso degli ultimi anni, l’universo dell’integrazione applicativa (Eai) ha attirato consistenti investimenti.


In parallelo, i servizi Web e il concetto loro sotteso, che prevede una standardizzazione dei componenti che renda possibile il richiamo e il facile riutilizzo delle logiche sottostanti, hanno raggiunto un grado di maturità tale da far prevedere una loro diffusione massiccia, anche se ancora relegata più che altro all’ottimizzazione delle connessioni intra-azienda, che non a quelle business-to-business. Secondo Gartner, oltre il 90% delle applicazioni aziendali è ancora di tipo monolitico. La loro logica non è accessibile esternamente in una forma modulare, che permetta agli utenti un loro facile riutilizzo in altri contesti applicativi.


Alcune organizzazioni utilizzano un’architettura di tipo service oriented (Soa) nell’ambito delle proprie applicazioni sistematiche e l’introduzione dei servizi Web ne sta accelerando la diffusione anche nei progetti meno complessi.

L’ottica degli eventi


Questo approccio permette di riutilizzare le logiche e i dati in contesti, processi di business e canali d’accesso (desktop, dispositivi mobili) differenti. L’evoluzione più prossima dello scenario dell’integrazione applicativa sarà, secondo Gartner, l’Event driven architecture (Eda), che dovrebbe supportare, con modalità finora impensabili, processi di business dinamici e multisfaccettati e che combina elementi riconducibili al Business process management, alla gestione dei servizi e a un orientamento multicanale nell’interazione con clienti e partner.


L’impresa diventa, nell’ottica dell’e-business, una realtà sempre più agile, nella quale l’ottica dell’azione in tempo reale diviene pervasiva, investendo e trasformando sia i processi di business che il sistema informativo nel suo complesso. L’architettura service oriented sta evolvendo dal ruolo di best practice per pochi a quello di pratica diffusa ai più, grazie a Xml, ai Web service e ad altri standard Internet. Un’impresa che adotta un approccio real time alla competizione dovrà, però, in futuro necessariamente utilizzare un’architettura di tipo event driver, per ridurre al minimo i passaggi delle informazioni, snellendo i processi, omettendo gli step non necessari e riducendo il tempo di start up dei nuovi compiti. L’idea è di aprire i confini dell’azienda, veicolando attività e informazioni attraverso la Rete, e poco importa che questo sia fatto attraverso un ripensamento in ottica olistica e omnicomprensiva di tutti i processi condivisi oppure usufrendo di soluzioni che mirano a fornire un approccio standardizzato all’interoperabilità delle applicazioni.


L’integrazione sistemica deve necessariamente, in questo rinnovato contesto, assolvere al compito di unificare i processi aziendali ed extra azienda in una dimensione end-to-end.

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