Il digitale terrestre cresce più velocemente del satellite

A fine 2008 le “case digitali” in Europa occidentale erano 108 milioni

Recentemente, in occasione del nostro reportage relativo alla IV Conferenza Nazionale sul Digitale Terrestre, avevamo dato grande rilievo all’evento, soffermandoci sulle caratteristiche dell’ormai prossima piattaforma Tivù (via Dtt) e Tivù Sat. Avevamo però soltanto accennato al terzo Rapporto sulla Televisione digitale terrestre in Europa: un pregevole studio di ricerca promosso dall’associazione DGTVi e presentato, sempre durante la IV Conferenza Nazionale, da Alberto Sigismondi, della stessa DGTVi. Oggi, invece, vogliamo dare il giusto spazio a questo interessante Rapporto, sottolineando i dati più interessanti.

Un’Europa sempre più digitale
Il rapporto prende in esame quattro Paesi europei (Gran Bretagna, Francia, Spagna e Italia), estendendo le sue rilevazioni fino a dicembre 2008. Rilevazioni da cui si evince, per esempio, che nel nostro Paese, verso la fine dell’anno, la diffusione Dtt- valutata come numero di famiglie provviste di almeno un ricevitore Digitale terrestre nella propria abitazione – ha raggiunto 7.6 milioni di unità, pari al 34% del totale. Ciò significa che in Italia la quota delle case abilitate alla fruizione Dtt ha superato quella delle abitazioni in grado di ricevere la Tv Satellite, pari a 6.6 milioni, 4.7 milioni delle quali abbonate alla Pay. Sempre nella Penisola, il 2008 è stato anche l’anno del sorpasso della penetrazione delle tv digitali (le piattaforme Dtt, Satellite e Iptv hanno sommato, insieme, un totale del 53%) su quella analogica (47%) nei primi accessi, ovvero nel principale apparecchio televisivo di ogni abitazione. Mentre in Europa occidentale (15 Pesi Ue + Norvegia e Svizzera), negli ultimi due anni la penetrazione dell “nuova” Tv è cresciuta a ritmi molto sostenuti, al punto che a fine 2008 le case digitali erano 108 milioni, pari al 65% del totale.

Duplice sorpasso
Analizzando, poi, nel complesso i quattro Paesi europei presi in esame (Gran Bretagna, Francia, Spagna e Italia), notiamo che in questi, sempre durante lo scorso anno, la Dtt ha effettuato un duplice sorpasso: 1) superando la Tv Satellite e attestandosi come la prima piattaforma di accesso verso la televisione digitale; 2) scavalcando altresì la Tv analogica, mediamente presente ormai in meno di un terzo delle unità familiari esistenti nelle 4 nazioni. Sempre in queste ultime, al 31 dicembre 2008 si contavano 104 canali televisivi nazionali distribuiti gratuitamente su Dtt, di cui 27 rappresentanti il simulcast di canali già trasmessi su piattaforma analogica terrestre, mentre i rimanenti 77 da considerare “nuovi” (anche se in maggioranza non esclusivi) alla distribuzione terrestre. In pratica, l’avvento della nuova tecnologia di diffusione ha permesso di quadruplicare – mediamente – l’offerta di canali Tv nazionali ricevibili via terra, “movimento moltiplicativo” che, soprattutto in Italia, ha ormai incominciato a interessare in modo considerevole anche la proposizione di canali televisivi zonali.

L’esempio della Sardegna
A tal riguardo, lo studio di ricerca DGTVi fa notare che in Sardegna, prima dello switch-off totale (conclusosi il 31 ottobre 2008), erano attive 16 emittenti televisive locali, una delle quali già operante in digitale, mentre due esercivano, oltre alla rete analogica, anche un mux numerico. Dopo lo switch-off, nell’isola sono presenti (il dato è sempre del dicembre 2008) 18 multiplex di operatori di rete locale, che diffondono un totale di 64 reti televisive e cinque canali radiofonici. Scorrendo le circa 200 pagine del Terzo Rapporto, possiamo apprendere che, ad oggi, la terra sarda rappresenta il più vasto territorio “all digital” d’Europa, in cui la Dtt è presente con una quota del 68%, mentre il satellite (pay + free) detiene il 22.3%. Ad aprile 2008, invece, le proporzioni erano: televisione analogica 63.5%, Dtt 21.9%, Tv Satellite 14.6%.

Cresce il Dtt, tiene bene il satellite
Rivolgendo poi l’attenzione all’intero nostro territorio nazionale, il Terzo Rapporto “rivela” che gli italiani dedicano al consumo di Tv 262 minuti al giorno, di cui il 77% viene assorbito dalla Tv analogica, il 15% da quella satellitare, il 7.6% dalla DTT e lo 0.2% dall’IPTV (valori medi rilevati a novembre 2008). Il Digitale terrestre ha raggiunto la quota del 7.6% in un tempo piuttosto breve, rispetto ai 13 anni impiegati dal satellite per conseguire analoghe quote d’ascolto. In particolare, i dati di utilizzo delle diverse piattaforme mostrano, tra aprile 2007 e novembre 2008, un aumento costante della Dtt, con un’impennata tra ottobre e novembre 2008 (dal 6.4% al 7.6%, equivalente a un +18.8%), attribuibile solo in parte allo switch-off della Sardegna. Tuttavia, il progressivo passaggio verso il Digitale terrestre non ha eroso affatto la quota d’ascolto satellitare, anzi: trainata dall’offerta pay di Sky Italia, questa quota è cresciuta – seppure con minore intensità – rispetto all’incremento ottenuto dalla Tv Digitale terrestre. Infatti, il trend ascensionale celeste è passato dal 14.2% dell’aprile 2007, al 15% del novembre 2008, con un picco record del 16.2% registratosi a giugno/luglio dello stesso anno.

Oltre 12 milioni di decoder venduti
Per quanto riguarda i ricevitori, segnaliamo che – stando a una rilevazione GFK – in Italia, a dicembre scorso, sono stati commercializzati 677 mila Tv con decoder digitale integrato e 207 mila set-top-box esterni (884 mila pezzi in totale), portando così a 12.2 milioni il numero complessivo degli apparati per ricezione Dtt finora venduti, di cui oltre 5 milioni solo nel 2008. I prossimi impegni di switch-off analogico parziale o totale, previsti in Italia dal calendario di digitalizzazione stilato dall’AGCOM, riguarderanno nel 2009: Torino e Cuneo (20 maggio), Lazio (16 giugno) e Campania (10 settembre), per quanto attiene la transizione dei soli canali RaiDue e Retequattro.
Valle D’Aosta (16-22 settembre), Torino e Cuneo (24 settembre-9 ottobre), Trentino (15-30 ottobre), Alto Adige (26 ottobre-13 novembre), Lazio (16-30 novembre) e Campania (1-16 dicembre), saranno invece interessate allo switch-off di tutti i canali televisivi in analogico nazionali e locali.

Infine, stando sempre ai dati estrapolati dal Terzo rapporto, da qui al 2012, in Italia, dovrebbero passare al digitale: 6.6 milioni di famiglie entro la fine di quest’anno (28% del totale nazionale, considerando anche un 3% di utenza sarda già transitata al numerico lo scorso anno), 16.4 milioni di famiglie nel 2010 (68%), 19.8 milioni nel 2011 (81%) e 24.3 milioni (100% del totale) nel 2012.

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