Il digitale spinge al Bpr

Da ambiti diversi c’è la stessa urgenza: il digitale deve passare da fare cose vecchie in modo nuovo a fare cose nuove, più ragionate. Più dati a disposizione richiedono strategie di processo più profonde. E completamente nuove.

Finora s’è descritto un mondo sostanzialmente semplice, con una cartografia nota, poche metriche, progetti simili. La vendita è stata fatta sul breve periodo, se non sul risultato immediato, senza pensare ad un vero ciclo di vita. I risultati sono stati episodici, e i tanti fallimenti hanno richiesto molti alibi, spesso diversi e spesso poco credibili.
Con la crisi economica che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, tutto ciò non è più possibile. E’ tempo di autocritica. Bisogna lavorare su proposte differenti, che raggiungano l’utente e abbiano effetti durevoli nel tempo.

In pochi giorni ho sentito fare questo discorso in tre ambiti completamente diversi: pubblica amministrazione, ambienti database, advertising. Qui di seguito cerco di riassumere i tre momenti.
Un primo incontro vede lo spostamento del punto di vista dalla PA-fornitore al cittadino-utente. Le reti sociali raccolgono le energie libere che s’incanalano in un percorso grazie agli argini offerti dai dati grezzi, dettaglia Gianni Dominici, sociologo dell’innovazione, nel dipingere una nuova organizzazione sociale della PA.
I servizi a casa e on-line, da tempo attesi, sono fondamentali per una amministrazione digitale; anche il dialogo dal basso, con lo sviluppo di proposte dalle amministrazioni locali le cui eccellenze si replichino velocemente sul territorio, sta portando a ottimi risultati. Sta però emergendo un nuovo paradigma, la citizen intelligence, dove cittadini -singoli o in organizzazione- elaborano dati grezzi per esplorare il modo migliore di governare il territorio.

Un secondo incontro spiega bene la necessità d’interpretare i dati grezzi disponibili. Dato ed informazione sono entità diverse: il secondo viene estratto dai primi con un’analisi precedente. Solo a quel punto diventa un asset aziendale o un servizio all’utente. Questo è uno dei principi con cui Chris Baker promuove le soluzioni di extreme intelligence della sua azienda, Oracle, che gestisce dati oltre la business intelligence.

Un terzo punto viene dalla ricerca di una promozione efficace secondo criteri moderni, come esplorato nell’edizione romana dello IABforum 2009. Anche nella promozione il cambiamento è essenziale. E’ necessario rimuovere i vincoli ed alzare la qualità delle proposte, ampliando la finestra temporale degli interventi. Troppe volte il venditore, sia esso la media agency o il concessionario, guida il cliente verso operazioni di vendita pura, senza una vera strategia.
Non è più il momento; addirittura, se il cliente non capisce e chiede cose troppo ad hoc, è importante saper dire di no.

Ipotizzo una sintesi dei tre pensieri.
E’ abbastanza evidente la motivazione comune di queste osservazioni. Il mondo è stato pensato con una tecnologia diversa. Inizialmente s’è usato il digitale come modo nuovo di fare cose vecchie. Oggi che i fondamenti della nuova tecnologia sono percolati in tutti gli ambiti, è il momento di ripensare davvero i processi, di fare vero Bpr, business process reengineering.
Ci riusciremo a breve ed estensivamente?
Personalmente ne dubito: ancora non abbiamo imparato ad usare il petrolio, figuriamoci il formato digitale o Internet.

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