Il Comdex dice no al consumer

Per la prossima edizione, gli organizzatori sembrano puntare su una manifestazione esclusamente indirizzata al mondo business. Sapranno fare meglio di Smau?

28 luglio 2003 Morto e rinato se non dalle
proprie per lo meno dalle ceneri dei suoi organizzatori, il
Comdex si prepara all’edizione auturnnale in una nuova
veste.
Nei mesi scorsi, Key3Media Group aveva fatto
richiesta di essere inserita nel Chapter 11 (il programma di protezione in caso
di bancarotta). Oggi la società dichiara di essere uscita dalla situazione di
difficoltà, avendo ridotto dell’87% il proprio debito, e si prepara a ripartire
con un nuovo nome (MediaLive International), una nuova sede (San Francisco) e un
nuovo Comdex.
Per l’edizione del prossimo autunno, gli organizzatori hanno
chiesto un particolare sforzo di focalizzazione, che consenta di rendere la
manifestazione un vero momento di incontro business to business
e richiamare nei suoi padiglioni aziende che da anni non vi mettevano più piede.
In primis una Ibm che ormai dal 1998 non si è più fatta
vedere.
Niente digital lifestyle, dunque, nè frigoriferi o
scarpe avveniristici. Ma grande focus su temi quali wireless e mobilità, web
services, digital enterprise software , open source, on demand, .Net, sicurezza,
Windows.
Microsoft sarà della partita, lo ha già
confermato, ora si attendono risposte da Hp e Ibm.
Gli
organizzatori si attendono tra i 400 e i 500 espositori, dei
quali al momento hanno aderito 150.
Meno espositori = meno
padiglioni = meno costi
. E in più arriva l’idea (non così nuova a dire
il vero) di far pagare un biglietto di ingresso.
Via i
cacciatori di gadget e spazio ai business men, sembrano dire gli organizzatori.

Chissà se il pragmatismo statunitense riuscirà a fare ciò che a
Smau sembra impossibile?

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