Il cloud maturo impatta sul modello di business

La nuova modalità esce dai confini dell’infrastruttura per dar nuova forma all’attività delle aziende. Grandi, ma soprattutto Pmi e start-up.

Nei momenti di crisi c’è necessita di avere informazioni fresche e di tendenza, più che di concentrarsi su assessment rigorosi. Alcuni dati mostrano la fiducia che oggi c’è nella trasformazione del business guidata datta tecnologia digitale.
Nelle Pmi la spesa Ict sta crescendo nel 16% dei casi, mentre quella per il cloud cresce nel 40% dei casi. Più che la valutazione percentuale della crescita, infatti, ha oggi senso proporre l’indicazione della dinamica e la percentuale delle aziende che si stanno muovendo in avanti è un ottimo indicatore.
Nelle grandi imprese la spesa Ict complessiva sta crescendo nel 13% dei casi (non come valore assoluto), mentre l’investimento nella nuvola cresce nel 54% dei casi per il Public Cloud, nel 50% per il Private. Il 70% delle imprese di grandi dimensioni si affida al cloud in modo pervasivo ed evoluto.
A dirlo è l’Osservatorio Cloud & ICT as a Service el Politecnico di Milano, in un recentissimo rapporto. Il cloud cresce più dell’Ict, ed è quindi una via concreta per tornare a essere competitivi. Vediamo perché e come.


Si avanza a marce basse

Sempre interessanti le valutazioni quantitative raccolte ed analizzate dall’Osservatorio. Il mercato vale 493 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2012.
La spesa cloud nelle grandi imprese cresce del 12%, mentre nelle Pmi la dinamica è più positiva, con una crescita rilevata del 16%. In valore assoluto la spesa nelle Pmi rimane comunque marginale, rappresentando meno del 5% della spesa cloud complessiva, pari a 21 milioni. C’è spazio per un balzo in avanti.
Nonostante la crescita dell’11% anno su anno, l’evoluzione del cloud resta inferiore alle aspettative di analisti ed esperti. In Italia cresciamo l’8% in meno dei Paesi più evoluti, ma finalmente in maniera pianificata: l’effetto moda è alle spalle e il fermento nel mondo startup apre la via a un percorso positivo di evoluzione.
I dati sono stati sviluppati dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, giunto alla terza edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. L’indagine si pone l’obiettivo di analizzare e spiegare il fenomeno Cloud, stimandone entità e trend per evidenziare come una sua adozione possa offrire risposte per i processi di innovazione delle imprese e rilanciare il Paese.
La ricerca ha analizzato anzitutto l’evoluzione del budget Ict e cloud su un campione di 201 grandi organizzazioni (con più di 250 addetti) e di 507 Pmi. Mentre la spesa Ict scende, quella per il cloud sale, sia per le grandi che per le piccole aziende.


Pmi e start-up, non più moda-cloud

“L’ecosistema delle Pmi e delle startup potrebbe trarre benefici enormi dal cloud”, ha detto Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service. “Questo modello offre l’opportunità di recuperare produttività e creare le condizioni per lo sviluppo e l’innovazione”, ha continuato Corso; “il nostro Paese è oggi ancora un follower nell’adozione del cloud, con tassi di crescita assestati ben lontani da quelli delle economie più evolute e ancor di più dai Paesi emergenti”.
Parlando di start-up, in Italia risulta che 20 aziende, pari al 16% delle startup analizzate, operi in ambito cloud e negli ultimi due anni abbia ottenuto finanziamenti a partire da 30.000 euro da parte di Venture Capital, Business Angel, Family Office, Incubatori e Investment Company. I dati vengono da un’altra ricerca sviluppata in collaborazione con l’Osservatorio sulle Startup digitali e Polihub.


Cresce il gap internazionale

La crescita del Cloud in Italia resta comunque nettamente inferiore alle aspettative di analisti ed esperti: la dimensione complessiva del Cloud in Italia è tuttora marginale, rappresentando appena il 3% del mercato totale. Il confronto con i Paesi esteri vede crescere il divario di digitalizzazione, anche se non mancano i segnali di un cambiamento in atto attraverso percorsi evolutivi possibili. Non c’è quindi ancora stato l’auspicato cambio di marcia.

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