Il cloud e la morte del software enterprise

Così Steve Garnett di Salesforce attira il pubblico al CeBit, spiegando che il cloud sta ridefinendo lo sviluppo del software e che offre nuove possibilità. Ma potrà convivere con l’Ict tradizionale?

Le aziende europee sono ancora scosse dagli effetti della crisi economica e la principale fiera Ict europea non può non risentirne. Oltre che nelle dimensioni e nella durata, le domande su come orientare gli investimenti restano vive nella mente di dirigenti ed imprenditori, che già fronteggiavano un brusco cambiamento nella tecnologia di riferimento. A differenza del Ces statunitense e dell’Mwc spagnolo, due eventi essenzialmente consumer, il CeBit tedesco offre ampi spazi anche a ciò che una volta era software di gestione aziendale.
Attualmente la domanda di soluzioni informatiche, abbandonato l’investimento nell’hardware a scatola chiusa, chiede soluzioni diverse.
Dopo aver contrassegnato interi decenni, infatti, il tradizionale approccio aziendale viene ora messo in discussione da nuovi modelli operativi che facciano quadrare i conti. In questo argomento sembra corretto e molto interessante l’approccio scelto per le sessioni congressuali del CeBit 2010, che sotto l’unico cappello di Enterprise Application World raccoglie Erp, Crm e Bpm.
Non che li massifichi, anzi: la propulsione all’Erp è garantita dal grande impegno di Sap e del Ceo Bill McDermott; Il Crm è coniugato con le Unified Communications, mentre nel Bpm si da maggior spazio al Brm (rule management) e si fa fronte comune con la Business intelligence. Ci si chiede quale siano stati i risultati ottenuti con gli investimenti in queste direzioni, mentre lentamente aumenta la collaborazione con istituzioni scientifiche e le grandi manifestazioni cercano di affiancare ai “keynote speeches” dei tavoli di discussione diretta con poche persone, al limite due, cercando di dare risposte dirette e non mediate.

Cloud vs. Eai, ne resterà solo uno

Certamente l’intera area dell’Eai, applicazioni integrate a livello enterprise, è stata messa a dura prova da ondate successive quali il 2.0, le reti sociali e ora il cloud. Non sappiamo ancora se il vecchio software coesisterà con il cloud o se l’uno dei due vincerà definitivamente. “Nello scorso decennio Google ed altri innovatori hanno ridefinito Internet”, dice Steve Garnett, Presidente europeo di Salesforce; “il software, che una volta era la soluzione, sta via via entrando a far parte del problema”.
Garnett racconta come il cloud computing stia portando alla fine del software, una prospettiva decisamente importante e, come tutti i cambiamenti, una forte leva per chi saprà approfittarne, il che potrebbe segnare la fine per chi non si aggiornerà.
Una bella relazione da presentare prima di pranzo.

Il “social” porta competitività?

D’altro canto, sempre più dirigenti aziendali si sentono chiedere dai dipendenti una maggior “socialità” del software. Poiché stiamo attraversando una fase nella quale non c’è un modello di business veramente affidabile, è necessario percorrere nuove strade. Poiché ormai si ritiene assodato che il software sociale aumenti la produttività dei dipendenti, la dirigenza è meno ostile che nel passato.
Ma non è detto che l’equazione aziendale trovi una migliore soluzione, cioè che l’eventuale aumento di produttività renda l’azienda più competitiva, perché si potrebbero aggiungere nuove voci, per esempio la soddisfazione dei dipendenti e la loro permanenza in azienda, il cui impatto sul fatturato è oggi impossibile da misurare.
“Quando la diminuzione dei costi si scontra con fatturati in calo, l’azienda sposta l’Ict verso nuovi obiettivi”, suggerisce Andy Mulholland, Global Cto di Capgemini. Il dirigente ha presentato al CeBit 2010 i risultati della It Trend Survey Dach, chiedendosi se l’Europa centrale sia pronta al futuro in questa fase di cambiamenti tecnologici.
Le aspettative riposte nelle reti sociali sono molto alte, sia nella gestione del terribile “ciclo di vita del cliente”, sia nel quotidiano. I motori di ricerca evolvono in continuazione, inglobando più ambienti, raffinando le ricerche e creando sempre nuove nicchie di mercato. È la sfida posta dalla “webciety”, la società del Web che sempre più sembra attrarre i Cio, nella speranza che la citata equazione aziendale diventi meno spese, più produttività, uguale successo economico dell’azienda.

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