Il cittadino digitale vuole più servizi dalla Pa

Pubblicata l’indagine del Censis sui cittadini digitali. Che crescono di poco rispetto allo scorso anno

Oltre sei milioni di cittadini consultano i siti di ministeri e comuni,
cinque milioni i siti delle Regioni e sette quelli di enti pubblici erogatori di
servizi specifici (dall’Inps, alle Asl). Sono i primi dati del rapporto “Cittadini digitali 2005”, una ricerca realizzata dal Censis e presentata stamani al Forum Pa di Roma.

Per
quanto riguarda la Pubblica amministrazione i siti preferiti quando si cercano
informazioni in ambito locale sono quelle dei comuni per il 25,6% degli utenti
che preferiscono invece un altro sito pubblico (22,3%) quando la ricerca
riguarda i servizi sociali. Il pagamento dell’Ici
o della tassa sui rifiuti solidi urbani non è molto diffuso. Il 90,5% non lo utilizza e fra chi ha scelto di pagare attraverso Internet il 6,8% si dichiara soddisfatto e il 3 no. Esiste poi un difetto di comunicazione visto che il 33,2% di chi non paga online non lo fa anche perché non sapeva che fosse possibile.


Alla fine, però, tutti gli sforzi fatti per l’egov non trasmettono ai
cittadini la sensazione di un miglioramento della Pa. Con giudizi che
probabilmente mischiano molti altri fattori rispetto al solo giudizio sulle
prestazioni, i cittadini che pensano sia migliorato l’andamento
generale della Pubblica amministrazione sono passati dal 37 al 22,4%. Invariato
al 22% il numero di chi considera peggiorata la situazione, mentre il 39%
afferma che negli ultimi anni non è cambiato nulla. Gli intervistati dimostrano
comunque una discreta conoscenza degli strumenti adottati o in via di azione
dall’amministrazione pubblica.


Il 64,8% sa cos’è la carta d’identità elettronica, il
51,6% conosce le reti civiche, il 40,4% la firma digitale e il 44,9% i sistemi
elettronici di scrutinio del voto. E per quanto riguarda i servizi della Pa
ritenuti più utili in cima alla classifica troviamo le informazioni sui servizi
locali, le notizie sull’attività dell’ente, sulle procedure amministrative e gli
strumenti per effettuare i pagamenti alle amministrazioni. A fronte di
un numero di utenti Internet che passa da 19 a 20 milioni in un
anno l’indagine segnala anche una crescita di alcune attività in rete e
l’arretramento di altre, in particolare di quelle come l’e-learning, l’acquisto
di prodotti o la ricerca di servizi che spesso sono a pagamento.
L’acquisto su Internet è un’attività che lo scorso anno
coinvolgeva il 19,8% degli utenti e quest’anno il 18%. Meglio va con le
prenotazioni dei viaggi che dal 19,4% passa al 19,7%. Sostanzialmente fermi i
blog che dal 21,2 passano al 21,6% si segnala l’esplosione dello scambio di file
musicali o filmati che con gran dolore delle major dal 18,3% cresce fino al
31,9%. Intanto gli italiani continuano ad avere qualche problema con la
tecnologia.


Quelli che denunciano una mancanza di interesse verso pc e simili in un anno
sono passati dal 21,3 al 31%. Un aumento speculare alla diminuzione del
numero di chi pur provando interesse
ammette una certa difficoltà di
utilizzo. Nel 2004 erano il 47,3% mentre nel 2005 sono il 31,1%. Poco più del 4%
di crescita, invece, per chi l’high tech la segue e la utilizza con frequenza.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome