Il CIO italiano sponsor del cloud computing

Il 34% dei Chief Information Officer sarà impegnato nei prossimi 12 mesi in progetti “sulle nuvole”. I risultati di una ricerca condotta da Nextvalue su 100 IT manager di medio-grandi aziende.

100 Cio, appartenenti a imprese con un fatturato di oltre 250 Milioni di Euro (39%) e imprese Medio-Grandi con un fatturato tra i 100 e 250 Milioni di Euro (61%) rappresentano il panel al quale Nextvalue si è rivolta per fare il punto sul Cloud Computing nel nostro Paese.

Diversi i segmenti di mercato coperti: 2% Telco e Media, 4% Assicurazioni, 5% Sanità, 6% Banche e Finanza, 7% Logistica e Trasporti, 8% PAL, 16% Utilities, 20% Commercio-Gdo-Retail, 32% Industria.

Dall’indagine, condotta nel corso del mese di giugno, emerge che la virtualizzazione viene considerata strategica dal 65% degli interpellati, mentre il Cloud Computing viene considerato dal 56% degli intervistati come una forma estrema di Virtualizzazione.
Interessante è il dato secondo il quale il 34% dei rispondenti sarà impegnato o in procinto di sviluppare progetti di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi.
Tra coloro che nei prossimi 12 mesi effettueranno investimenti in Cloud Computing, il 27,8% pensa di dedicare a questi progetti una quota pari almeno al 10% del proprio budget IT.

Per un 28% dei rispondenti il Cloud viene già percepito come tecnologia sufficientemente matura e c’è un 20% convinto che il Cloud avrà ampi sbocchi nell’ambito della gestione delle applicazioni aziendali.

Dopo le prime best practices in area Crm, risorse umane, financial management, l’attenzione si sposta ora su tool di produttività a livello desktop, di word processing, di spreadsheet, di e-mail, e Web conferencing.

Sponsor degli investimenti in Cloud saranno principalmente i Cio, che nel 68% dei casi, ritengono di poter far leva sulla riduzione dei costi, soprattutto per quanto riguarda le voci variabili correlate a software, infrastrutture e personale.

Non tutto è rose e fiori, naturalmente. La mancanza di cultura aziendale è e resta un fattore inibitore.

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