Il canale Usa teme l’arrivo di Lenovo

Ibm si mobilita pe assicurare che nulla cambierà. Ma i reseller americani sono dubbiosi

Dopo l’accordo con Lenovo Ibm è impegnata negli Stati Uniti in una pressante
campagna presso il canale per persuadere i dealer un po’ impauriti dopo
l’accordo con la società cinese. “Il motore va e continuerà ad andare”,
ha dichiarato l’Ibm general manager del Global business partner Don Atkins. Nono
stante i suoi sforzi, e una lettera inviata ai solution provider, sembra che
molti partner siano convinti che l’accordo potrebbe avere l’effetto di congelare
milioni di dollari di vendite di pc e notebook di Big Blue. Le
preoccupazioni derivano anche dal fatto che l’intesa prevede
che per 18 mesi continui a rimanere sui prodotti l’abbinamento Ibm con il brand
del pc.
Da 18 a 40 mesi la firma dei prodotti sarà Ibm-Lenovo che dopo il
quarantesimo mese acquisirà il diritto di firmare da sola i
propri prodotti con l’aggiunta di una tagline di Big Blue fino al sessantesimo
mese. In questo modo Ibm accompagna l’uscita dei prodotti dal proprio listino
abituando a poco a poco il mercato al nuovo marchio. Una soluzione già
utilizzata per l’intesa con Lexmark (ma anche nel caso di Omnitel-Vodafone) che
lascia però perplesso John Marks, un reseller americano che con Ibm fattura
milioni di dollari che dice: “ThinPad senza il brand Ibm è come l’Happy Meal
senza McDonald’s. Un Lenovo ThinkPad non ha lo stesso gusto di un Ibm
ThinkPad”
.

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