ICT as a Service: ennesima moda o reale opportunità per le PMI?

Cresce l’utilizzo delle ICT da parte delle PMI italiane, ma il mercato delle soluzioni in modalità “as a Service” ovvero a consumo è ancora embrionale. Le imprese che non possiedono alcun sistema gestionale nell’ultimo trienno passano dal 12% al 9%.

Il nuovo paradigma di utilizzo delle applicazioni e dell’infrastruttura IT in modalità “as a Service” può rappresentare una concreta opportunità per le PMI italiane (e non “l’ennesima moda”), a patto che venga compreso effettivamente e valutato in termini di reali benefici di business che può portare. Proprio per questo, la Ricerca 2010 dell’Osservatorio ICT & PMI (scaricabile dal sito www.osservatori.net, nella sezione ICT & PMI), oltre ad analizzare, attraverso una survey statisticamente significativa, la diffusione delle ICT nelle PMI italiane, ha allargato il proprio ambito di analisi, misurando lo stato di utilizzo e l’intenzione di adozione futura di soluzioni ICT in modalità “as a Service”, cercando di mettere in evidenza i principali benefici e criticità di adozione. I dati sono stati confrontati, ove possibile, con i risultati di una Ricerca condotta dall’Osservatorio nel corso del 2007, estesa ad un analogo campione statisticamente significativo di PMI italiane.

Le applicazioni

Rispetto alla situazione analizzata 3 anni fa, emerge una maggiore maturità delle PMI italiane nell’utilizzo delle diverse tipologie di sistemi gestionali. In particolare, le imprese che non possiedono nessun gestionale si riducono dal 12% al 9%, mentre aumenta invece la diffusione di sistemi ERP internazionali a scapito della diffusione di gestionali nazionali. L’utilizzo di sistemi gestionali in modalità as a Service risulta – ad oggi – confinato ad alcuni ambiti specifici. In particolare, sono stati individuati casi interessanti di adozione da parte di imprese di piccole o micro dimensioni operanti, in prevalenza, nel settore dei servizi, con esigenze ICT limitate. I sistemi adottati si configurano come “pacchetti semplici” e supportano prevalentemente attività di natura amministrativa e contabile e, solo in pochi casi, attività di gestione del magazzino.

Rispetto al 2007, aumenta sensibilmente l’utilizzo di applicazioni di Business Intelligence, in tutte le classi dimensionali, ma è ad oggi marginale l’adozione di tali applicazioni in modalità as a Service. Il principale ostacolo risiede nella difficoltà di integrazione dell’applicazione con i molteplici database aziendali, dai quali vengono estratti i dati per effettuare le elaborazioni e generare report o cruscotti. Tale difficoltà è aggravata dall’elevato livello di frammentazione e disaggregazione dei dati che caratterizza l’architettura IT di molte PMI italiane. Se guardiamo all’offerta, anche la maggior parte dei fornitori di applicazioni di Business Intelligence sta indirizzando le proprie soluzioni in modalità as a Service (quando presenti) verso il mercato delle grandi imprese. Per il futuro si intravvede un potenziale di diffusione per applicazioni verticali che non richiedano un’eccessiva personalizzazione e che consentano di minimizzare lo scambio di dati con il sistema informativo dell’impresa.

Le applicazioni di CRM sono utilizzate da una percentuale di PMI che varia dal 9% per le imprese di dimensioni minori, fino al 24% per le imprese con più di 250 addetti. Circa il 3% delle PMI italiane ha adottato tali applicazioni in modalità as a Service. Nella maggior parte dei casi, si tratta di imprese di medie dimensioni operanti nel comparto dei Servizi (ad esempio, Servizi di Consulenza, Media, ecc.) e della Distribuzione Commerciale all’ingrosso, mentre sono minori i casi di imprese operanti nel comparto manifatturiero.

Circa un’impresa su 3 utilizza un’applicazione di gestione delle Risorse Umane. In particolare, le imprese di
piccole dimensioni utilizzano prevalentemente applicazioni a supporto della gestione delle presenze, dei turni, e, in alcuni casi, dell’elaborazione delle paghe, mentre solo nelle imprese di dimensioni maggiori iniziano a diffondersi applicazioni più complesse, per la gestione delle attività di selezione, recruiting, training, ecc. Alcune imprese con più di 250 addetti hanno adottato applicazioni as a Service prevalentemente a supporto delle attività di amministrazione del personale, del controllo delle presenze e della gestione delle trasferte. Da sottolineare come, ad oggi, l’offerta di tali soluzioni in modalità as a Service sia rivolta prevalentemente ad imprese di grandi dimensioni (superiori ai 500 addetti) e proposta dai fornitori in alternativa ai propri pacchetti erogati in modalità tradizionale.

Circa l’8% delle PMI italiane utilizza sistemi di Unified Communication e di supporto alla collaborazione. La diffusione di questi nuovi sistemi di comunicazione è strettamente correlata alla diffusione della tecnologia VOIP, che offre la possibilità di trasmettere il traffico voce e dati su reti IP based. La diffusione di tali applicazioni in modalità as a Service tra le PMI italiane si attesta attorno al 2% e si focalizza, in particolare, su sistemi di videoconferenza, che non richiedendo interventi di personalizzazione ed integrazione con il sistema informativo aziendale e che vengono spesso utilizzate in modo saltuario.

Il parco hardware

Le PMI italiane utilizzano, in media, 0,7 PC fissi e 0,3 PC portatili per addetto, con una variazione sulla base della dimensione d’impresa. Rispetto al 2007 si evidenzia un aumento del livello di informatizzazione da parte delle imprese di tutte le classi dimensionali. Per quanto riguarda i server, rispetto al 2007 si evidenzia una riduzione del numero di server fisici, a seguito di progetti di consolidamento dell’infrastruttura e dell’utilizzo sempre più diffuso di soluzioni di virtualizzazione, parzialmente compensata da un aumento del livello di informatizzazione delle imprese.

Se guardiamo all’adozione di servizi infrastrutturali in modalità as a Service, emerge come l’adozione sia ancora in fase embrionale. Circa il 3% delle PMI italiane ha acquistato, nel corso del 2009, capacità elaborativa in modalità “as a Service”, mentre ca. il 6% ha acquistato servizi di storage e backup dei dati. Nella maggior parte dei casi, la capacità elaborativa è stata acquistata per fare fronte a variazioni, spesso rilevanti, delle esigenze di elaborazione (ad esempio, in imprese del settore dei media, con attività importanti di progettazione, ecc.). In altri casi, la capacità di elaborazione viene utilizzata da imprese del settore ICT (ad esempio, software house, Independent Software Vendor, System Integrator, ecc.) per testare le proprie applicazioni prima dell’installazione della soluzione presso il cliente. La capacità di storage in modalità as a Service è stata utilizzata prevalentemente da imprese che hanno visto crescere repentinamente le necessità di immagazzinamento dati, oppure da imprese in cui si è preferito non investire in competenze specifiche interne per la gestione di tali sistemi.


*Raffaello Balocco e Giuliano Faini, Osservatorio ICT & PMI della School of Management del Politecnico di Milano

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