Ibm rallenta la corsa di Linux al desktop

Non è una battuta d’arresto, ma solo una puntualizzazione: l’Os libero, per ora, va ancora diffuso sul server. Il desktop (aziendale) arriverà come conseguenza. Il mercato, insomma, è di nicchia, mentre quello dei grandi sistemi beneficia del kernel 2.6, che supporta il multiprocessing.

9 febbraio 2004

La strategia marketing che vorrebbe portare a capofitto Ibm sul mercato dei desktop con Linux, subisce non tanto una frenata, quanto un richiamo al giusto ordine delle cose.


Il responsabile strategico del programma mondiale Linux di Big Blue, Adam Jollans, si è espresso nei confronti della stampa inglese con un monito di attenzione: Linux sul desktop, per ora, rimane un mercato di nicchia. Molto più interessante sul server, invece.


E, ancora: non c’è dubbio che Linux sia un fattore scatenante del mercato, ma da qui a dire che la sua adozione in ambiti La circostanza che molti fattori del mercato depongano a favore dell’inserimento di Linux nello scenario dei desktop enterprise è confermata da esempi come il miglioramento delle interfacce Gnome e Kde, l’evoluzione del browser Mozilla, la scelta di Sun di puntare sulla suite StarOffice e sul Linux desktop system.


Ma bisogna andar cauti, dicono ad Armonk. Parlando con i Cio, infatti, emerge una più alta sensibilità nei confronti dei risparmi di costi che si otterrebbero immaginando Linux sui server. Questa è la strada giusta, insomma. Il client verrebbe da sè.


Linux sul desktop come mercato di nicchia, dunque, ma comunque meritevole di riflessioni e di aree su cui sondare le effettive possibilità di attechire.


Jollans ne ha indicate tre più uno: la sostituzione di Unix nella fascia workstation, sui thin client basati su browser presso aziende come le banche e quelle del settore retail, per lo sviluppo di applicazioni cross-platform. La quarta area passibile di sondaggi è quella del government.


E il fatto che Ibm parli di sondaggi non è un caso. Jollans, infatti, ritiene che le implementazioni di Linux sul desktop vadano affrontate caso per caso, azienda per azienda.


Non esiste, insomma, al momento, una ricetta già scritta. Ovvero, non esiste una tattica ben precisa frutto di una predisposizione strategica.


Per quest’anno, quindi, Big Blue punterà ancora a diffondere l’Os libero sulla parte server del mercato, e comincerà a farlo supportando la nuova versione 2.6 del kernel, proprio quella che consente di scalare in verticale il supporto fino a 8 o 16 processori, puntando, quindi, dritto dritto al mercato dei sistemi mission critical, come gli Erp e i database.

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