Ibm promuove Linux per il deep computing on demand

L’azienda di Armonk annuncia un innovativo servizio che metterà a disposizione degli utenti via Internet il supercomputing del Pinguino.

1 Luglio 2003 Si chiama deep computing on demand la nuova iniziativa di Ibm, che intende offrire agli utenti sistemi sicuri e scalabili cui si possa accedere attraverso una connessione virtual private network (Vpn).

Secondo Big Blue, il beneficio principale di tale approccio consentirà agli utilizzatori di evitare gli alti costi fissi e le responsabilità gestionali connessi al possesso di un supercomputer. Il sistema deep computing on demand, posizionato in una sezione dell’impianto di Poughkeepsie, New York, è attualmente alimentato da un cluster di eServer xSeries Linux di Ibm, ma l’azienda sta già pianificando l’implementazione di server addizionali pSeries Unix. Gli Hollywood Studios, che utilizzano le capacità di supercomputing per la creazione di film di animazione, figurano fra i primi clienti del nuovo servizio, ma Ibm cita anche compagnie del settore delle scienze biologiche impegnate nella ricerca farmaceutica. Il servizio, inoltre, potrebbe presto interessare organizzazioni finanziarie, agenzie governative e laboratori nazionali di ricerca.

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