Ibm lancia un primo assaggio di utility computing

Con il nuovo software Intelligent Orchestrator l’azienda di Armonk intende mostrare ai clienti i reali benefici del computing-on-demand.

2 Settembre Arriverà sul mercato alla fine del mese il nuovo software Tivoli Intelligent Orchestrator di Ibm, che intende offrire agli utenti una prova concreta dei benefici della potenza di elaborazione erogata sul modello delle utility.
Intelligent Orchestrator, frutto dell’acquisizione dell’azienda Think Dynamics, portata a termine da Big Blue nello scorso maggio, consente a gruppi di server di aggiungere automaticamente potenza di elaborazione ai lavori che lo richiedano, così come di sottrarla nel momento in cui tali esigenze si riducono.
La nuova soluzione di Ibm rappresenta solo il primo passo di una più vasta strategia, denominata Project Symphony, che includerà un gran numero di opzioni a disposizione degli utenti, inclusi bundle di hardware e software che incorporano Intelligent Orchestrator ed eventualmente servizi di installazione o di supporto all’operatività del programma.
Intelligent Orchestrator tenta così di dare una risposta concreta a quelle che, fino ad oggi, sono state le ambiziose promesse dell’utility computing; in particolare per quanto riguarda l’area denominata dalla stessa Ibm “e-business on-demand”, una visione che considera server, dispositivi di storage e per il networking integrati in un’unica infrastruttura in grado di operare al massimo della capacità. Le ingenti richieste di un importante task possono così essere soddisfatte da una differente allocazione delle risorse, assegnate in precedenza ad altre operazioni di priorità più bassa.
I responsabili di Big Blue prendono ad esempio l’attività di una banca, cui serva assegnare i computer alle operazioni di stock trade la mattina, per poi effettuare uno switch sulla processazione dei pagamenti all’ora di pranzo fino al tardo pomeriggio, fino a convertire il sistema per l’online banking nelle ore notturne. Gli esperti tuttavia si dimostrano ancora scettici sulla veloce realizzazione della visione di Big Blue: i data center dinamici, secondo gli analisti di Illuminata, sono ancora lontani dall’essere una realtà. Le infrastrutture, così come le soluzioni specifiche proposte da aziende come Hp, Sun e Ibm, si trovano ancora al primo stadio di realizzazione, e per la loro maturità operativa (o meglio, per mantenere in pieno le eclatanti promesse fatte agli utenti) ci sarà ancora da aspettare.
Il prezzo di base di Intelligent Orchestrator, che inizialmente girerà su server Ibm Intel e Unix, oscillerà fra i 20 e i 50mila dollari per il controllo di 10 server, ossia, secondo Ibm, la dimensione di un’installazione media.

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