Ibm, la mente ai dati

Due strade che segue Big Blue per facilitare il recupero delle informazioni. Adesso e domani, dentro e fuori il database.

Ibm è da tempo al lavoro sulle tecnologie per ottimizzare le operazioni di recupero dati alla bisogna, altrimenti chiamate query. Per fare delle buone query non basta avere un buon database, dato che non sempre (oramai, quasi mai) tutti i dati di cui si ha bisogno risiedono in un unico contenitore. Il database, pertanto, è condizione necessaria, ma non sufficiente.


Per raggiungere la sufficienza, allora, bisogna lavorare sull’aggregazione dei dati e sui meccanismi che tengano conto di queste operazioni di unione.
Si diceva che Ibm ci sta da tempo lavorando. Almeno da tre anni lo fa sul concetto di data master, ovvero su quel fattore abilitante proprio la consultazione di vari database e altrettanti formati. Ora è arrivata a un punto cardinale, con l’aggiornamento di componenti di WebSphere, Product Center, Customer Center e Master Data Integration, che, insieme, costituiscono una soluzione di servizi informativi.


Ci sono voluti, appunto, tre anni per mettere assieme questa soluzione di master data, e anche almeno quattro acquisizioni. In ordine cronologico: Trigo, Srd, Ascential, Dwl. Il risultato è una soluzione che prova a dare una risposta ai problemi di ridondanza dei dati, di compliance degli stessi (ovvero della regolare loro tenuta in rispetto alle normative) e che spiana il terreno all’implementazione delle Soa (service oriented architecture) che chiedono l’intellegibilità corale di formati di dati differenti come fosse pane.


E un altro passo nella direzione di query intelligenti, evolute e, sostanzialmente, pratiche, Ibm lo sta compiendo con Smile (Smart Middleware Light Ends), sistema in fase di sviluppo presso i laboratori della società.


Si tratta di un middleware cosiddetto “stream based”, ovvero abilitante le ricerche in ambienti applicativi distribuiti, cioè che abilita il recupero di informazioni di flusso su vari set di dati. Un esempio calzante di quello che potrebbe consentire Smile è una query del genere “quali sono state le azioni più trattate alla borsa di Milano negli ultimi 10 minuti?”. Insomma, un sistema che fa parlare a una base dati come se questa fosse un esperto finanziario.


Sembra un futuro scritto da Dick, in realtà è una tecnologia che, anche se ancora non si sa quando, sarà probabilmente integrata in WebSphere e in Db2.

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