Ibm e Intel in soccorso di SuSe Linux?

Secondo voci non ancora confermate, Big Blue e il colosso dei processori sarebbero accorse in aiuto dello sviluppatore di piattaforme open source che non sembra navigare in buone acque.

Lo sviluppatore di piattaforme opern source SuSe Linux ha evitato di misura il fallimento convincendo gli azionisti all’immissione di nuovi capitali nella società. I finanziatori verseranno altri 50 milioni di euro nelle casse della softwarehouse tedesca. La notizia è apparsa sul quotidiano Allgemeine Zeitung di giovedì scorso, che riportava le anonime dichiarazioni di personale interno a SuSe. Il quotidiano riferisce che, con il nuovo round di finanziamenti, nel consiglio di amministrazione entreranno anche emissari di Ibm, il cui ruolo di promotore del sistema operativo Linux apparirebbe sempre più esplicito. Altri capitali provengono, a quanto sembra, dalla stessa Intel e dalla società di venture capital Apax Partners. Il portavoce di SuSe, Christian Egle, ha confermato l’esistenza di negoziati con potenziali investitori rifiutandosi però di entrare in maggiori dettagli. Egle, che si dice ottimista per il futuro, avrebbe dichiarato che una parte non trascurabile delle informazioni pubblicate dal giornale tedesco sarebbe “inesatta”. SuSe Linux attraversa una fase difficile dopo le recenti dimissioni del presidente e responsabile tecnologico Dirk Hohndel, ad appena un mese di distanza dalla sostituzione del Ceo Roland Dyroff. Intel e Apax avevano garantito a SuSe un primo round di finanziamento di 12 milioni di euro alla fine del 1999.

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