Ibm, anche l’x86 ha in mente il workload

Tre server inaugurano una nuova stagione delle piattaforme standard, che vedono sempre più il mondo enterprise.

Ibm ha presentato i propri primi sistemi basati sulla nuova architettura eX5, capaci di oltrepassare le barriere tecniche della piattaforma x86 e di offrire capacità di calcolo scalabili, orientandosi a gestire i moderni carichi di lavoro. In una frase, si calano in un ambito operativo di stampo enterprise.

Come già nel caso dei Power7, il tema del workload management anima questi sistemi, a significare che l’intendimento di Ibm, benché marchiato da un chiaro afflato tecnologico, porta l’offerta sul versante della soluzione il più possibile sartoriale, ossia tagliata sulle presenti esigenze operative.

Ibm parla a un panorama di utenza in cui il database si è collocato al centro delle elaborazioni e la virtualizzazione è diventata una costante, con il proprio carico di virtuosismi, ma anche di complessità gestionale.

Il chipset X-Architecture, allora, consente ai processori sui sistemi eX5 di accedere alla memoria estesa rapidamente, riducendo la latenza computazionale.

E la tecnologia di scalabilità di memoria indipendente, chiamata Max5, aggiungendo ai server slot di 32 Dimm consente di gestire quasi il doppio di server virtuali a parità di licenze software.

Ibm rilascerà a breve tre nuovi sistemi targati eX5: il server a quattro processori Xeon System x3850 X5 e il System x3690 X5, un modello di ingresso (a due processori e subito scalabile a quattro), con funzionamento di classe enterprise, che può ospitare sino a 16 dischi. In arrivo anche il server blade HX5, che ha la caratteristica di consentire l’aggregazione logica delle lame (fisicamente ciò avviene mediante un connettore).

Oltre che con la scalabilità della memoria, i nuovi sistemi eX5 puntano a migliorare la disponibilità dei carichi di lavoro x86 con funzionalità come eXFlash, tecnologia di ottimizzazione dei drive a stato solido, o come FlexNode, che consente a un sistema di sdoppiarsi dinamicamente o di aggregarsi, permettendo di gestire applicazioni interattive durante la giornata e lavori batch di notte sullo stesso sistema.

Al centro delle attività di gestione, come accade per i Power, si colloca Systems Director, suite ideata per preconfigurare i server, riconvertire i sistemi in remoto e impostare aggiornamenti e recuperi automatici.

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