Ibm abbandona provvisoriamente il Cprm

Agli inizi di gennaio, Ibm propose di standardizzare un dispositivo di anticopia sui supporti di memorizzazione removibili. Contro ogni attesa, la casa di Armonk ha ritirato la propria proposta la settimana scorsa, quando avrebbe dovuto essere votata d …

Agli inizi di gennaio, Ibm propose di standardizzare un dispositivo
di anticopia sui supporti di memorizzazione removibili. Contro ogni
attesa, la casa di Armonk ha ritirato la propria proposta la
settimana scorsa, quando avrebbe dovuto essere votata dal T.13, un
organismo che si occupa delle norme di fabbricazione dei supporti di
memorizzazione. Il procedimento di Ibm, battezzato Cprm e sostenuto
dal consorzio 4C (Ibm, Intel, Matsushita e Toshiba), consisteva nel
dotare le periferiche di memorizzazione (lettori Zip, memorie Flash e
via dicendo) di un numero d’identificazione unico, al momento della
loro produzione. Nello schema inventato da Ibm, questo numero di
identificazione utilizzava chiavi di crittazione per i documenti
scaricati dal Web. Di conseguenza, solo le periferiche sulle quali
era stato caricato un documento potevano leggere quest’ultimo,
rendendo impossibili tutte le copie dei documenti su altri supporti.
La proposta d’Ibm aveva creato subbuglio presso numerose associazioni
statunitensi di difesa degli internauti, che giudicavano il sistema
troppo restrittivo. Così, l’Electronic Frontier Foundation aveva
richiamato il boicottaggio dei dispositivi compatibili con il Cprm.
Tuttavia l’abbandono provvisorio del Cprm ha seminato una certa
confusione nell’ultimo incontro dei membri del comitato T.13,
tenutosi in Texas. All’indomani dell’annuncio di Ibm, il Cprm pareva
rinascere dalle proprie ceneri sotto il nome di Phoenix, un sistema
anticopia simile al precedente, ma disattivabile dall’utente. Ma
questa proposta non è stata accettata per il motivo contrario: ossia
lascia troppa libertà. In effetti, un sistema anticopia non può
essere efficace se l’utente finale ne controlla il funzionamento.
Così il T.13 ha deciso di riportare la propria decisone al prossimo
incontro, che avverrà il 24 aprile. Per quella data, il consorzio 4C
dovrà montare un nuovo motore del Cprm, meno restrittivo per gli
utenti delle periferiche di memorizzazione ed efficace contro le
copie illecite dei documenti.

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