I tempi dello switch-off saranno rispettati

Secondo il presidente di Dgtvi, Andrea Ambrogetti, le tv locali non devono temere l’addio all’analogico

Questo è un anno decisivo per lo switch-off del digitale terrestre. Dopo la prima sperimentazione in Sardegna, realizzata su “un’isola felice”, oggi siamo ormai allo start per la Penisola. Il Piemonte ovest, con le provincie di Cuneo e di Torino, la Valle d’Aosta (legata ‘in corsa’ al Piemonte) e le province di Trento e Bolzano sono in primo piano per le attività legate appunto allo switch-off in questa prima parte del 2009. Ma all’orizzonte si affacciano anche alcuni problemi da non trascurare, nell’ottica di riuscire comunque a rispettare, per quanto possibile, il calendario dello switch-off. Oltre a problematiche non secondarie, tipo l’ordinamento dell’Epg e la relativa posizione dei canali sui telecomandi, al problema dello splittaggio areale dell’informazione e della pubblicità (messo in chiara evidenza sul da Luca Montrone, patron di Telenorba), resta sul tavolo un altro fondamentale nodo da sciogliere: dove e come reperire i 540 milioni (dichiarati dalle associazioni in occasione dell’ultima conferenza di DIGTVi a Roma), necessari per realizzare l’aggiornamento degli impianti trasmissivi delle Tv locali.

Questa domanda attende una risposta definitiva, anche se tutti si dichiarano ottimisti. Ma stiamo parlando, mediamente, di quasi un milione di euro per singola emittente. Non certo poco, per i budget di molte Tv locali. E anche questo ‘nodo’, se non affrontato a dovere, potrebbe far saltare il calendario degli switch-off. Millecanali ha intervistato il rappresentante dei broadcaster protagonisti di quello che è oggi il più innovativo ed entusiasmante scenario di evoluzione tecnologica nel mondo del broadcast. Si tratta di Andrea Ambrogetti, Presidente di DGTVi (associazione che raggruppa Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, FRT, Aeranti-Corallo e D-Free).

Il Trentino-Alto Adige e il Piemonte, con le provincie di Cuneo e Torino, a che punto sono con le attività legate allo switch-off? Si prevede per caso uno slittamento delle date previste?
Non sono previsti ritardi. Vorrei tranquillizzare tutti, si tratta certamente di un processo complesso, come l’esperienza fatta in Sardegna ci ha insegnato, che coinvolge moltissimi soggetti, tra i quali utenti, Regioni e la stessa Comunità europea. Ma non c’è ad oggi un solo elemento che ci faccia pensare che il processo si rallenti. Anzi, al contrario, nel Trentino lo switch-over di RaiDue e Retequattro è avvenuto senza creare alcun problema; quindi tutto ci fa presumere che si continui secondo il calendario pianificato.

La Sardegna era un’isola felice, perché ha un numero ridotto di emittenti e non presenta significativi problemi di interferenze con gli stati esteri. Per altri bacini il problema è più serio.
Questo è un luogo comune da sfatare. Per quanto riguarda il Piemonte, la Valle d’Aosta il Trentino, il Lazio e la Campania, le posso assicurare che, sulla base di tutte le elaborazioni che le Autorità stanno facendo, non ci dovrebbe essere alcun tipo di problema nell’individuare risorse sufficienti a soddisfare quelle che sono le legittime attese di tutti gli operatori. Quindi, per il 2009 questo problema di scarsità di risorse rispetto al numero di emittenti operanti non si dovrebbe presentare.

Questo discorso sulle risorse è valido anche per l’area della costiera adriatica?
Per quanto riguarda la costiera adriatica, potrebbero esserci dei problemi, perché il problema interferenziale è sicuramente più ampio; al momento in cui si presenteranno i problemi, faremo le dovute valutazioni ed elaborazioni. Aspettiamo solo il passaggio della delibera della Commissione Europea e dell’assegnazione da parte del Ministero, che spero comporti poco tempo. A quel punto potremo procedere tranquillamente.

Il previsto switch-off per Campania e Lazio è fra novembre e dicembre, nel periodo più importante, in termini di fatturato, per le Tv locali.
Non credo sia un problema particolare fare lo switch-off a novembre- dicembre. Non solo per le emittenti locali ma anche per quelle nazionali questo è un periodo importante. Siamo tutti consapevoli che sono problematiche che dovranno essere affrontate con attenzione, ma non ci si può fermare.

Alcune Tv locali hanno molta paura dello switch-off. Lei, anche come ex Direttore di un’associazione come la Frt, cosa si sente di dire?
Di fronte a tutti i cambiamenti importanti è assolutamente normale, corretto e legittimo un atteggiamento di paura. Ma questo riguarda non solo le emittenti locali, ma anche le tv nazionali che si avventurano (fatte le debite proporzioni) in un nuovo ambiente, che presenta problemi, incognite e punti interrogativi. Penso però che ci si dovrebbe concentrare innanzitutto, oltre che sui problemi della frequenze e delle sintonizzazioni (dato per scontato che faremo di tutto per trovare una frequenza per tutti e un’armonizzazione della pre-sintonizzazione), sul piano dei contenuti. Quindi, mettendomi nei panni delle Tv locali, farei una grande riflessione sull’offerta da proporre, in un ambiente moltiplicato e digitale. Infatti, al di là delle tecnologie, alla fine, anche in base all’offerta, saranno i telespettatori a decidere chi vincerà la battaglia. Sul piano della sintonizzazione, comunque, vi dirò che è un problema molto spinoso e complicato, perché ovviamente ci sono posizioni acquisite legittimamente sul mercato, dopo anni di lavoro, che non debbono e non possono non essere riconosciute. Quindi si tratta di trovare un accordo, con il contributo di tutti, che riconosca all’emittente quello che deve essere riconosciuto, ma anche al telespettatore la possibilità e la libertà di potersi organizzare e di ordinare il proprio televisore secondo le proprie abitudini.

Parliamo di risorse economiche. Cosa è previsto?
I fondi complessivi per tutte le attività, ammontano a circa 31 milioni di euro per l’anno 2009, che comprendono decoder, comunicazione sulle Tv locali, finanziamento alla Rai, alla Fondazione Bordoni, finanziamenti per il call center, ecc.

Le Tv locali dovrebbero infatti investire 540 milioni di euro per poter realizzare lo switch-off. Non pensa che questo potrebbe essere un reale problema da affrontare quanto prima, sempre per evitare slittamenti?
Io credo che il Ministero si stia attivando per cercare di attuare tutti i sostegni possibili in questa fase e credo anche che lo sforzo che il sottosegretario Romani ha fatto per mantenere i finanziamenti (contributi) vada in questa direzione. Ritengo che sia l’unico capitolo di spesa che non è stato tagliato dal Ministero. E anche se è vero che non è direttamente collegato al passaggio al digitale, è comunque un segnale importante. Non è un caso che sia stato mantenuto, perché va nella direzione della comprensione che le emittenti locali devono sostenere questi investimenti. Sicuramente, se qualcuno pensa che il passaggio al digitale si possa fare a fronte di rimborsi diretti degli investimenti sostenuti dall’emittente locale, si sbaglia. Non perché non ci sia la volontà, ma perché non ci sono i fondi per poterlo fare. Oltre alla sicura bocciatura da parte dell’Unione Europea.

Come è previsto che saranno spesi questi 31 milioni di euro?
Si tratta unicamente di un piano di sostegno al digitale che il ministero dello Sviluppo economico-Comunicazioni gestirà nel 2009. Si articola in due diverse tronconi: il primo è il sostegno alle fasce sociali più deboli (per ragioni di reddito o di età), nella misura di circa 50 euro per decoder (ormai i decoder hanno un costo di circa 70 euro, in media). La seconda linea riguarda le emittenti locali, che saranno coinvolte per informare la cittadinanza del passaggio al digitale. Saranno quindi acquisiti degli spazi sulle Tv, per favorire lo switch-off.

Tivù, la piattaforma satellitare che trasmetterà i palinsesti di Rai e Mediaset presenti sui mux digitali, partirà presto con le sue trasmissioni. È previsto che possano essere presenti su questa nuova piattaforma anche delle Tv locali?
 Sì, certo.

Ma questa è una previsione o ad oggi vi sono dei progetti già ben definiti?
Stiamo ragionando con diversi soggetti e con le associazioni, per trovare delle forme di ingresso adeguate, in modo che attraverso esse possiamo favorire la presenza delle Tv locali anche sulla piattaforma satellitare, qualora non fossero già presenti.

Questa rimarrà una piattaforma completamente e sempre gratuita anche in futuro?
Sì, assolutamente gratuita.

Concludendo, quindi, parlando per adesso del Piemonte ovest, oltre che del Trentino e della Valle d’Aosta, i tempi secondo lei saranno rispettati?
Non solo abbiamo chiesto ripetutamente che i tempi siano rispettati, ma ho anche la certezza che la Commissione Europea ed il Ministero siano assolutamente consapevoli dell’urgenza e della necessità e quindi sapranno rispettare i tempi.

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